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Abilismo 

La normalità? Una convenzione

  • Parole 
  • Discriminazione 
  • Normalità 
  • Disabilità 
  • Mentalità 

Parole 

L’Istituto Poligrafico dello Stato, la Zecca delle parole, non smette di coniarne di nuove, in leghe sempre diverse tra loro. 

Succede di sentirne certe e di annuire senza arrivare a comprenderle.  

Succede, ma per fortuna nostra esistono i dizionari. 

Abilismo, sfogliamo… 

«L’abilismo comprende sia le azioni più eclatanti, come impedire l’accesso a determinati luoghi o informazioni a causa di barriere architettoniche e sensoriali, che quelle più sottili e infime, per esempio usare il nome di determinate disabilità per offendere, o usare termini con connotazioni negative per parlarne». 

Discriminazione 

Sì, l’abilismo è una forma di discriminazione, consapevole o inconsapevole, attuata nei confronti delle persone disabili o diversamente abili.  

Tutto parte dalla norma, dalla normalità.  

È normale quel parametro che valuta gli individui sulla base di caratteristiche standard:  

  • altezza media 
  • peso medio 
  • vista 
  • udito 
  • equilibrio… 

Tutto ciò che non rientra in questo standard non è normale e soggetto a esclusione, derisione, compassione.  

Compassione 

Compassione? 

Anche la compassione rientra in quel genere di atteggiamenti che può risultare offensivo nel momento in cui la persona che non rientra negli standard viene compatita: poverino, poverina, poverin*

Di più, l’abilismo arriva a penetrare nella coscienza e nella percezione delle persone disabili o diversamente abili che usano gli stessi meccanismi con cui vengono discriminate per autocriticarsi e autocompatirsi.  

Un circolo vizioso che stritola. 

L’abilismo è una forma di discriminazione! 

Manifestazioni abiliste 

Come si manifesta? 

  • Quando si prende in giro una persona o la si insulta dicendole: handicappato, disabile, mongoloide… 
  • Quando si manifesta un’ostentata compassione pietistica nei confronti di una persona disabile: ti aiuto io, come fai a sopportare tale condizione, pover… 
  • Quando ci si complimenta con una persona disabile che è riuscita a svolgere da sola un compito ritenuto troppo complicato per le sue capacità. Bravo, brava, bravissim*. La persona è disabile, non stupida. 
  • Quando si evita una relazione umana con una persona diversamente abile, non si sa mai fosse contagiosa. 
  • Quando non ci si arrabbia di fronte a manufatti che mantengono barriere architettoniche. 
  • Eccetera all’infinito. 

Normale 

Cos’è normale? Anche qui viene in aiuto il dizionario. 

«Conforme alla consuetudine e alla generalità, regolare, usuale, abituale: polso normale; ritornare alle condizioni normali; temperatura normale; tariffa normale». 

Uno dei contrari di normale è eccezionale

Ecco, uno sguardo nuovo, fuori scala: la persona che hai davanti è sempre eccezionale, nessuno fa eccezione a questa regola. 

Di seguito una video intervista a don Gianni Marmorini, Parroco a Papiano, Arezzo.  

Autore e sostenitore di una lettura particolare di una vicenda biblica, quella di Isacco, figlio di Abramo. 

«E se Isacco fosse stato un “neurodiverso”, un uomo con problemi mentali, un figlio autistico di un padre anziano? Nelle pagine della Bibbia si incontrano numerosi disabili fisici: ciechi, paralitici, epilettici, sordi. Ma non emerge la disabilità psichica. Forse perché occorre scavare più a fondo. Non è possibile che la Scrittura faccia finta che non esistano i nevrotici, i Down, i ritardati mentali».  Per il libro: Isacco. Il figlio imperfetto.

Se vuoi approfondire il tema dell’abilismo leggi anche Umanità a colori.

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