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I Grani di Atlantide 

Azienda sarda che produce il grano antico Monococco

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Ci vuole il grano per fare il grano?  

È una domanda ambigua.  

Qui, per grano, si intende il grano che si semina, non il denaro, anche se per poter seminare serve anche denaro, ma non sempre e non proprio… 

Entriamo in un market, sulla costa orientale sarda e sentiamo di sfuggita il dialogo tra due clienti con accento lombardo della corsia pasta e farine. Accennano a un’azienda agricola con un nome lunghissimo e leggendario: I Grani di Atlantide

La curiosità scava dentro, vogliamo capire cosa ci sia dietro… 

I Grani di Atlantide 

Lorenzo Moi tu dirigi l’azienda agricola: I Grani di Atlantide, perché un’azienda dal nome  tanto altisonante? 

«Nulla di misterioso.  

Atlantide, secondo alcune fonti, potrebbe rappresentare la Sardegna. Il nome: I Grani di Sardegna, mi pareva scontato ho voluto scovare qualcosa di più originale. Ho ripreso l’idea di Sergio Frau sulla teoria secondo la quale la Sardegna potrebbe essere Atlantide e eccoci qua. Atlantide evoca anche temi quali la fertilità, la qualità, la magia perduta 

E la Sardegna è davvero un territorio quasi magico, è una Blue Zone nella quale la percentuale di centenari è molto concentrata. Questo e altro in un nome solo, dunque: I Grani di Atlantide». 

Sardegna e Passione 

Il tuo accento non è propriamente sardo… che ci fa un veneto, coltivatore diretto dai suoi sogni, a Orosei? 

«A Orosei ci vengo da quando sono bambino con la mia famiglia, da quando avevo tre anni. 

La passione per l’agricoltura l’ho ereditata da mio nonno e poi l’ho sviluppata autonomamente studiando, frequentando la Facoltà di Scienze Agrarie. Nonno, studi, Sardegna, strade parallele che alla fine si sono virtuosamente incrociate.  

Nel 2012 sono venuto a sapere che in Sardegna si stava coltivando il grano più antico al mondo, è scattata la scintilla e ho pensato di partecipare a questa iniziativa e coniugare gli aspetti della passione per la Sardegna con quella per l’agricoltura. In principio non vedevo nemmeno la possibilità di impiegarmi, di trovare un lavoro, per me era divertimento allo stato puro. Poi ho acquisito fiducia e mi sono persuaso che la strada che stavo percorrendo era molto buona». 

Sogni e rimpianti 

Ora, Orosei non è propriamente un deserto, ma Lawrence d’Arabia ha lasciato scritto: 

“Tutti gli uomini sognano ma non allo stesso modo. Quelli che sognano di notte nei polverosi recessi delle loro menti si svegliano al mattino per scoprirne la fatuità, ma i sognatori di giorno sono persone pericolose, perché possono agire sul loro sogno con occhi aperti, per renderlo possibile”.  

Tu, mi pare di capire, sei un sognatore della seconda specie, vero? 

«Certamente sì! Non è sempre semplice riuscire a realizzare quello che si ha in mente, sono convinto ci si debbano porre degli obiettivi. Alla fine, se c’è qualcosa che piace, che si vuole davvero realizzare, la voglia e il coraggio di realizzarla li si trovano, bisogna trovarli. 

Ciò che mi ha fatto propendere a perseguire questa mia scelta, questa mia passione, è stato il rifiuto categorico di dover soffrire di rimpianti.  

Non sempre ci si riesce a portare avanti i propri sogni, possono anche andare male, ma non si può vivere di rimpianti». 

Economia del Baratto 

Ritornando ai grani, ci dicevi al telefono che l’economia dello scambio e del baratto in Sardegna funziona ancora. Ci si aiuta, si mettono in rete le competenze. Ci descrivi un circolo virtuoso rappresentativo? 

«Un’azienda come la mia produce scarti biologici non commerciabili. Questi fanno molto comodo a chi alleva pollame… Un collega con il quale collaboro non possiede la mietitrebbia e io non ho il trattore… Ci si scambia le competenze e i mezzi produttivi in modo da riuscire ad arrivare più lontano. In due o più si riesce a dispiegare molta più forza, si riesce a concentrarsi su un aspetto essendo consapevoli di ricevere aiuto su altri, eccetera». 

Con-tatto  

Dove e come acquistare i prodotti della tua azienda? 

«Chiamandomi direttamente al 3462176137 oppure cercando il sito del mio e-commerce. ,  o sul mio sito web. Queste sono le vie di contatto principali, poi ho alcuni clienti business che già comprano le mie farine, però tendo sempre ad avere un contatto diretto con chi le acquista. Alla fine, se vuoi distinguerti, devi riuscire a dare le informazioni direttamente, di prima mano.

Devi coltivare (verbo non a caso) un contatto diretto. Se ci sono dubbi e domande preferisco dialogare personalmente con i clienti che, volendo, possono venire a visitare l’azienda». 

Bene, Lorenzo, adesso hai un contatto diretto anche con i lettori di Vita&Salute WEB. 

Ascolta il podcast:

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