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L’IPCC lancia ultimatum per salvare il pianeta

Ora o mai piu!

Si può ancora evitare di piombare nell’abisso!

Bisogna agire immediatamente!

«L’aumento delle emissioni di gas serra spinge il mondo sull’orlo di un danno irreparabile che solo un’azione rapida e drastica può evitare».

Non sono, queste, frasi esclamative copiate e incollate dai deliri fantastici di un religioso medievale ma il sunto scientifico dell’ultimo rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) pubblicato in questi giorni che lancia l’ultimatum per salvare il pianeta.

Il gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici, composto dai principali climatologi del mondo, ha presentato la parte finale di un gigantesco VI° rapporto di valutazione.

Un documento molto corposo con una gestazione di 8 anni e distillabile in una delle frasi in introduzione e del titolo:

Ora o mai più!

Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, ha dichiarato:

«L’umanità è in bilico su un sottile strato di ghiaccio, che si sta sciogliendo velocemente. Gli esseri umani sono responsabili di quasi tutto il riscaldamento globale degli ultimi 200 anni. Il tasso di aumento della temperatura nell’ultimo mezzo secolo è il più alto degli ultimi 2000 anni. Le concentrazioni di anidride carbonica sono al massimo da almeno due milioni di anni. La bomba climatica scandisce i secondi».

Le condizioni meteorologiche estreme causate dal collasso climatico hanno portato a un aumento delle morti a causa dell’intensificazione delle ondate di caldo in tutte le regioni, milioni di vite e case distrutte a causa di siccità e inondazioni, milioni di persone che affrontano la fame e “perdite sempre più irreversibili” in ecosistemi vitali.

Siamo spacciati?

La paura può essere uno stimolo, il panico inchioda.

Il mondo ha ancora una possibilità di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C sopra i livelli preindustriali, la soglia oltre la quale i nostri danni al clima diventeranno irreversibili.

Kaisa Kosonen, esperta di clima presso Greenpeace International, ha dichiarato:

«Questo rapporto è sicuramente un avvertimento finale sui 1.5C°. Se i governi si limitano a mantenere le loro politiche attuali, il bilancio del carbonio rimanente sarà utilizzato prima del prossimo rapporto dell’IPCC [previsto per il 2030]».

Va fatto qualcosa, subito! L’opinione pubblica deve destarsi e rifiutare ogni distrazione, ogni tentativo di deviare il traffico emozionale verso binari morti, evitare di essere ipnotizzata dal luccichio baluginante suscitato ad arte.

Più di 3 miliardi di persone vivono già in aree che sono “altamente vulnerabili” al crollo climatico, rileva il rapporto IPCC, e metà della popolazione mondiale sperimenta una grave scarsità d’acqua per almeno una parte dell’anno.

In molte aree stiamo già raggiungendo il limite al quale possiamo adattarci a cambiamenti così gravi, e gli eventi meteorologici estremi stanno “guidando sempre più lo sfollamento” di persone in Africa, Asia, Nord, Centro e Sud America, e nel sud Pacifico.

Bisogna agire ora!

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