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Cos’è il cancro?

La grande C

Ci sono domande che vengono nascoste, ammantate sotto luci fioche e sfondi sfuocati. Domande sconvenienti.

Eppure, l’essere umano è tale proprio perché rimugina, pondera, considera, chiede.

Va dato atto a Aureliano Stingi, di Alterthink, di sapersi porre domande importanti e di cercare anche interlocutori all’altezza, in grado di abbozzare risposte sensate, argomentate, complesse.

  • Cos’è il Cancro?
  • Cosa provoca questa malattia?
  • È una malattia genetica o ambientale?
  • Solo l’uomo si ammala di cancro?

A rispondere, questa volta, è Giacomo Moro Mauretto, divulgatore scientifico e youtuber (Entropy for Life).

Per ascoltare e comprendere appieno il suo punto di vista ascolta questo podcast.

In questo nostro articolo riporteremo, in modo molto soggettivo e parziale , le parti che ci sono parse più interessanti e contigue al nostro impegno editoriale.

Che cos’è il cancro?

«Beh, con un solo termine si intendono, in realtà, tantissime patologie diverse. Tutte hanno in comune la proliferazione cellulare incontrollata.

Il termine ‘incontrollata’ potrebbe, se vogliamo, contenere un po’ tutta l’essenza della risposta alla domanda.

Il cancro si sviluppa in organismi pluricellulari, ne consegue che la problematica di questa patologia sia intrinseca all’uomo e a tutti gli esseri viventi complessi. In corrispondenza con l’aumento della complessità e del relativo incremento del numero di cellule, tessuti e organi, si va incontro alla crescente possibilità di errori di sistema che noi chiamiamo, appunto: patologie tumorali».

Errori

«La fisica e anche la matematica possono forse aiutarci a comprendere il quadro d’insieme.Nelle nostre cellule è presente una grandissima quantità di informazioni.

Per ogni cellula c’è un segmento di DNA…

Da osservazioni in tutti i campi si evince quanto sia difficile mantenere la stabilità di sistema, per molteplici cause è possibile l’insorgenza, in qualsiasi momento, di un qualsiasi disordine entropico.

Ecco, il cancro è figlio dellentropia, basta che solo alcune delle cellule subiscano un disordine, una mutazione specifica, per scatenare la proliferazione incontrollata della quale parlavamo più su.

Nel 1975, il ricercatore Richard Peto, si accorse proprio di questo: le specie con più cellule (tessuti, organi e così via) avevano e hanno più probabilità di sviluppare un tumore. Più aumenta la complessità più è difficile mantenere la stabilità e i rischi di disordine entropico aumentano.

Per questo, banalmente, anche all’interno della nostra specie, c’è una certa relazione, per esempio, tra l’altezza del soggetto e l’incidenza dei tumori. Ogni circa 10 cm in più di altezza le probabilità di sviluppare qualche forma di tumore aumenta anche del 15-20%. Poi però, non è sempre così, c’è anche il paradosso di Peto, ma ci si allargherebbe forse troppo…».

Perché proprio a me?

«Ci sono alcuni studi e alcuni ricercatori che lanciano questa provocazione: se potessimo vivere abbastanza a lungo, tutti, prima o poi, svilupperemmo un cancro.

Le probabilità in tal senso sono in larga parte dovute, anche, all’aumento dell’aspettativa di vita media attualmente riscontrabile.

L’attuale, enorme, aumento d’incidenza di tumore, che osserviamo in questo periodo storico, è dovuto, in larga parte, al fatto che sopravviviamo sempre di più. Più si vive e più si rischia di morire.

L’incidenza dei tumori aumenta molto con l’aumentare dell’età: sopra i settant’anni lievita enormemente rispetto alle probabilità di sviluppare il cancro in età più giovanile.

Ciò è dovuto a vari meccanismi, tra i quali anche quello riguardante l’invecchiamento cellulare.  

Il cancro, si sa, è una di quelle malattie multifattoriali. C’è senz’altro una componente genetica, ereditaria, ma ne esiste anche una ambientale.

Va da sé che per la questione genetica possiamo fare poco, se non tentare di prevenire con esami clinici e screening mirati, ma, per la componente cosiddetta ambientale, lo stile di vita dell’individuo conta moltissimo».

Componente ambientale?

«Per ambientale si intendono i fattori ambientali per i quali è attribuibile almeno il 50% del rischio di contrarre la malattia tumorale. Sono tutte cause che conosciamo abbastanza bene, sono quelle cose per le quali ci preoccupiamo e delle quali, a volte, ci occupiamo troppo poco.

  • Tabacco
  • Alcol
  • Alimentazione
  • Attività fisica
  • Inquinamento

Dimensioni non proprio banali che si tende, spesso, a sottovalutare.

Per l’incidenza dei tumori ci si preoccupa, a volte, di componenti magari un po’ più ‘esotiche’ come i residui dei pesticidi o altre forme di inquinamento che tendono a catturare la nostra attenzione… ma i 5 fattori su elencati sono quelli che determinano il grosso dei fattori ambientali che definiscono un innalzamento dell’incidenza dei tumori. Su queste dimensioni abbiamo, tutti o quasi tutti, delle possibilità di scelta».

Se vuoi approfondire il tema Cos’è il cancro? leggi gli altri contributi di Aureliano Stingi: La grande C di cancro e Alimentazione e malattie infettive.

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