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Alimentazione e malattie infettive

Come regolarsi?

La nostra alimentazione può influenzare la nostra risposta alle malattie infettive?

Lo chiediamo al Ricercatore Aureliano Stingi.

«Risposta breve? Si!».

C’è anche una risposta più articolata? Finire qui la nostra intervista pare brutto…

«Ci proviamo. Penso sia superfluo ricordare ai lettori di Vita&Salute WEB già sensibili all’argomento, quanto il cibo possa influenzare la nostra salute. È un dato certo che la maggior parte delle cause di morte nei paesi industrializzati siano influenzate dal tipo di alimentazione.

Semplificando al massimo: quando parliamo di alimentazione e salute possiamo considerare tre parametri:

1) quantità di calorie

2) distribuzione macronutrienti

3) qualità nutrienti».

Calorie

«Secondo una certa interpretazione meccanicistica, il corpo umano è una macchina che funziona con una benzina speciale: le calorie. A differenza di una macchina, però, nella quale il serbatoio ha una quantità massima di carburante, noi possiamo assumere più calorie di quelle necessarie e le stocchiamo come grasso.

Più aumenta il grasso e più aumenta il peso corporeo… sappiamo che l’obesità è causa o concausa di tantissime malattie ».

Macronutrienti 

Per macronutrienti si intendono: i grassi, i carboidrati e le proteine.

Le linee guida indicano che per una dieta sana le calorie dovrebbero essere distribuite in questo modo:

  • 45-65% di carboidrati,
  • 10-35% di proteine
  • 20-35% di grassi».

Qualità

«Per la qualità dei nutrienti è forse necessaria una precisazione. Questo punto potremmo, semplificando, riassumerlo in cibo artificiale vs cibo naturale ma non sarebbe corretto. Un simile tipo di distinzione è forviante e crea polarizzazioni pericolose.

La maggior parte del cibo che troviamo e che consumiamo può essere considerato artificiale (creato dall’uomo) visto che non esiste in natura. Le mele antiche, per esempio, probabilmente erano minuscole e immangiabili, quelle che mangiamo correntemente sono frutto di selezioni per così dire innaturali. Va da sé che la contrapposizione naturale vs artificiale non abbia senso alcuno.

La giusta distinzione per la qualità del cibo può essere orientata in altro modo: cibo ultra-processato vs cibo non processato o cibo semplice».

Cosa si intende per cibo ultra-processato?

«I cibi ultra-processati sono chiamati in questo modo perché contengono numerosi ingredienti aggiunti (sale, zucchero, coloranti, additivi) e inoltre perché spesso sono prodotti dall’elaborazione di sostanze (grassi, amidi, eccetera) estratte da alimenti più semplici.

Ma se un cibo ultra-processato rispetta le calorie e anche la distribuzione delle macro fa comunque male».

Perché?

«I cibi ultra-processati:

  • ci fanno assumere più calorie
  • creano dipendenza
  • saziano meno
  • sono più densamente calorici
  • contengono pochi micronutrienti
  • promuovono infiammazione
  • costano meno (in genere).

I cibi ultra-processati, anche a parità di macro e calorie, fanno più male di quelli semplici o non processati. A queste certezze si aggiunge oggi però una scoperta importante. Secondo un paper i topi alimentati con cibo ultra-processato hanno avuto conseguenze peggiori dall’infezione con il virus dell’influenza registrando anche una mortalità maggiore rispetto a quelli alimentati con cibo semplice».

Sì, ma sono solo topi…

«Esistono evidenze del fatto che il cibo ultra-processato influenzi la nostra risposta immunitaria in maniera negativa tramite il nostro microbiota.

Si evidenzia anche che soggetti che consumano cibi ultra-processati possono essere più suscettibili di contrarre il Covid19.

Anche se i meccanismi non sono completamente compresi possiamo affermare che i cibi ultra-processati devono essere evitati».

La morale?

«Rispondo per punti:

  1. L’alimentazione influenza moltissimo la nostra salute in diversi modi
  2. Dobbiamo fare attenzione a: calorie, distribuzione macro e qualità nutrienti
  3. Diete ricche di alimenti processati possono indebolire sistema immunitario

E, come dice il bravissimo Micheal Pollan:

«Consuma pochissimo cibo che tua nonna o meglio bisnonna non riconoscerebbe come tale».

Per approfondire c’è sempre la guida del ministero.

Ti è piaciuto l’articolo? Leggi un’altra intervista ad Aureliano Stingi La grande C… di Cancro.

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