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Caffeina: storia, metabolismo e impatto sulla salute  

La caffeina è una sostanza chimica di origine naturale, ampiamente conosciuta e consumata in tutto il mondo per le sue proprietà stimolanti. Essa è presente in numerosi alimenti e bevande, tra cui il caffè, il tè, il cacao e molte bevande energetiche. Con una lunga storia di uso da parte dell’umanità, la caffeina ha catturato l’attenzione non solo per i suoi effetti sul corpo umano, ma anche per motivi culturali ed economici. Questo articolo si propone di esplorare questa sostanza in tutti i suoi aspetti: dalla sua biochimica alla sua storia, dal metabolismo alle implicazioni per la salute. 

Cos’è la caffeina? 

La caffeina è un alcaloide appartenente alla classe delle xantine. La sua struttura chimica le consente di interagire con il sistema nervoso centrale, producendo effetti stimolanti. Agisce principalmente come antagonista dell’adenosina, un neurotrasmettitore che promuove il sonno e il rilassamento.

Quando viene assunta, si lega ai recettori dell’adenosina nel cervello, riducendo la sensazione di sonnolenza e aumentando la vigilanza e la lucidità mentale. Questo meccanismo d’azione è alla base degli effetti stimolanti che molti di noi sperimentano dopo aver consumato una tazza di caffè. 

Le origini della caffeina possono essere tracciate fino all’antichità. Le prime testimonianze del consumo di caffè risalgono al IX secolo in Etiopia. Si narra che i pastori abbiano scoperto l’effetto stimolante dei chicchi di caffè dopo che i loro animali avevano mangiato le bacche della pianta. Da quel momento, l’uso della caffeina si è diffuso in tutto il Medio Oriente, fino ad arrivare in Europa e nel resto del mondo. In questo contesto, il caffè è diventato non solo una bevanda popolare, ma anche un simbolo di socialità e interazione culturale. 

Oltre al caffè, la caffeina si trova in molte altre fonti alimentari. Il , ad esempio, è una delle principali bevande contenenti caffeina, con livelli variabili a seconda della varietà e del metodo di preparazione. Il cioccolato, derivato del cacao, contiene anch’esso caffeina, sebbene in quantità inferiori rispetto al caffè. Le bevande energetiche, che spesso combinano caffeina con altri ingredienti stimolanti, hanno guadagnato popolarità negli ultimi anni, soprattutto tra i giovani e gli sportivi. 

Come metabolizza la caffeina il corpo umano? 

Una volta assunta, la caffeina viene rapidamente assorbita nel tratto gastrointestinale e raggiunge picchi di concentrazione nel sangue tra i 30 e i 60 minuti. L’emivita della caffeina varia significativamente tra gli individui, generalmente oscillando tra le 2 e le 8 ore, ma in media è di circa 4 ore negli adulti sani. Ciò significa che gli effetti stimolanti possono durare diverse ore dopo il consumo. 

Vari fattori influenzano il metabolismo della caffeina. L’età è uno di questi: i neonati la metabolizzano più lentamente rispetto agli adulti, mentre gli anziani possono avere un metabolismo ridotto. Anche la gravidanza gioca un ruolo importante, poiché durante questo periodo il metabolismo della caffeina può rallentare, portando a livelli più elevati nel sangue delle donne incinte.

Inoltre, alcuni farmaci possono interagire con il metabolismo della caffeina, aumentando o diminuendo i suoi effetti. Infine, lo stato di salute generale dell’individuo, in particolare la funzionalità epatica, può condizionare la capacità del corpo di metabolizzarla.

Quali rischi si corrono? 

Sebbene la caffeina sia generalmente considerata sicura se assunta in quantità moderate, ci sono rischi associati al consumo eccessivo. Gli effetti negativi possono manifestarsi sia nel breve che nel lungo termine. Tra gli effetti a breve termine si possono osservare disturbi del sonno, ansia e variabilità comportamentale. La sua assunzione, soprattutto nelle ore serali, può interferire con la qualità del sonno, rendendo difficile addormentarsi e mantenere un riposo ristoratore. In alcune persone, può indurre o aggravare stati di ansia e nervosismo, rendendo più difficile affrontare situazioni stressanti. 

A lungo termine, il consumo eccessivo di caffeina è stato associato a problemi cardiovascolari. Alcuni studi suggeriscono che l’assunzione elevata di caffeina possa essere correlata a un aumento della pressione sanguigna e a problemi cardiaci, in particolare in individui già a rischio.

Inoltre, le donne in gravidanza che consumano caffeina in eccesso possono correre il rischio di ridotto sviluppo fetale e di complicazioni durante la gravidanza. Pertanto, è fondamentale prestare attenzione alla quantità di caffeina assunta quotidianamente. 

Perché l’EFSA ha condotto questa valutazione del rischio? 

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha condotto una valutazione dei rischi associati alla caffeina in risposta a preoccupazioni espresse da vari Stati membri dell’Unione Europea. Queste preoccupazioni riguardavano principalmente la sicurezza del consumo di caffeina, in particolare in relazione a gruppi vulnerabili come le donne in gravidanza e le persone che praticano attività fisica. L’obiettivo principale della valutazione EFSA era esaminare i potenziali effetti nocivi sulla salute derivanti dal consumo di caffeina da qualsiasi fonte alimentare. 

L’EFSA ha esaminato dati provenienti da studi scientifici e ricerche epidemiologiche, cercando di valutarne l’impatto sulla salute degli adulti, degli adolescenti e dei bambini. Le evidenze accumulate hanno portato a conclusioni importanti riguardo ai livelli di consumo sicuri per diversi gruppi della popolazione. 

Quanta caffeina consumiamo? 

Il consumo varia ampiamente tra i diversi paesi e popolazioni. Le assunzioni quotidiane medie di caffeina sono state classificate in base a diversi gruppi di età. Negli adulti, i livelli medi di consumo possono variare da 37 a 319 mg al giorno, mentre nei bambini e negli adolescenti, si raccomanda un’assunzione massima di circa 3 mg/kg di peso corporeo. In media, i neonati e i bambini piccoli tendono a consumare quantità inferiori rispetto agli adulti, a causa della loro sensibilità e della capacità ridotta di metabolizzare la caffeina. 

Nella maggior parte delle indagini condotte, la fonte predominante per gli adulti è risultata essere il caffè, che rappresenta tra il 40% e il 94% dell’assunzione totale di caffeina. Tuttavia, in alcuni paesi come Irlanda e Regno Unito, il tè è emerso come la principale fonte. È interessante notare che il cioccolato è spesso la principale fonte di caffeina per i bambini e gli adolescenti, a causa del loro consumo di dolci e snack

Gruppo di età Consumo medio di caffeina Fonte principale di caffeina 
Adulti 37 – 319 mg al giorno Caffè (40% – 94% dell’assunzione totale) 
Bambini e adolescenti Massimo 3 mg/kg di peso corporeo Cioccolato (soprattutto nei dolci e snack) 
Neonati e bambini piccoli Inferiore rispetto agli adulti Non specificata, generalmente consumano poco 
Irlanda e Regno Unito Varia, ma predominante è il tè Tè (come principale fonte di caffeina) 

Note: 

  • Adulti: Il consumo varia notevolmente, influenzato da fattori culturali e dalla disponibilità di diverse bevande. 
  • Bambini e adolescenti: La raccomandazione di 3 mg/kg di peso corporeo tiene conto della maggiore sensibilità a causa della minore capacità di metabolizzare la caffeina. 
  • Neonati e bambini piccoli: Generalmente, ne consumano in quantità inferiori, spesso limitato all’assunzione tramite il latte materno o le bevande. 
  • Irlanda e Regno Unito: Qui il tè è frequentemente la fonte principale, a differenza di altre regioni dove il caffè domina. 

Quanta caffeina possiamo consumare senza correre rischi? 

Sulla base delle evidenze disponibili, l’EFSA ha fornito raccomandazioni specifiche riguardo all’assunzione sicura di caffeina per diversi gruppi della popolazione. Per gli adulti, è considerato sicuro assumerne fino a 200 mg in una singola dose, che corrisponde a circa 3 mg per kg di peso corporeo. L’assunzione giornaliera non dovrebbe superare i 400 mg, equivalente a circa 5,7 mg/kg per gli adulti sani. Queste linee guida sono particolarmente importanti per garantire che il consumo di caffeina rimanga un’esperienza positiva e salutare. 

Per le donne in gravidanza e in allattamento, l’EFSA consiglia di limitare l’assunzione di caffeina a un massimo di 200 mg al giorno. Questo è particolarmente rilevante per ridurre i rischi per la salute del feto e per garantire uno sviluppo ottimale. Per i bambini e gli adolescenti, si raccomanda un livello di sicurezza di 3 mg/kg di peso corporeo al giorno, tenendo conto delle differenze nella metabolizzazione della caffeina tra le diverse fasce d’età. 

Quanta caffeina c’è in…? 

Le seguenti quantità di caffeina sono approssimative e possono variare tra diversi marchi e preparazioni. Ad esempio, un espresso di 60 ml ne contiene circa 63 mg, mentre una tazza di caffè americano di 200 ml ne contiene circa 95 mg. Una tazza di tè da 220 ml fornisce circa 40 mg di caffeina, mentre una lattina di cola da 355 ml ne contiene circa 30 mg.

Le bevande energetiche possono avere livelli variabili di caffeina, ma in media una lattina da 250 ml ne contiene circa 80 mg. È importante notare che anche gli alimenti come il cioccolato possono contenere caffeina; ad esempio, una barretta di cioccolato fondente da 40 g ne contiene circa 25 mg. 

Tipo di bevanda / alimento Quantità Caffeina (mg) 
Espresso 60 ml 63 
Caffè americano 200 ml 95 
 220 ml 40 
Cola 355 ml 30 
Bevanda energetica 250 ml 80 
Cioccolato fondente 40 g 25 

Conclusioni 

La caffeina è uno degli stimolanti più comunemente consumati al mondo, con una storia ricca e una varietà di fonti. Essa offre diversi benefici, tra cui un aumento della vigilanza e una migliore performance mentale. Tuttavia, è essenziale essere consapevoli dei rischi associati a un consumo eccessivo, che possono includere disturbi del sonno, ansia e problemi cardiovascolari. 

Le raccomandazioni di assunzione sicura fornite dall’EFSA possono aiutare a garantire che il consumo di caffeina rimanga un’esperienza positiva e salutare. Le future ricerche potrebbero approfondire ulteriormente i suoi effetti a lungo termine sulla salute, nonché le interazioni con altre sostanze e le variazioni individuali nel metabolismo. Comprendere meglio questi aspetti potrà aiutare a informare le linee guida di consumo e migliorare la salute pubblica. 

Riferimenti 

  • Caffeine, https://www.efsa.europa.eu/en/topics/topic/caffeine 
  • EFSA Journal. (2015). Scientific Opinion on the safety of caffeine. 
  • Nascimento, A. S., et al. (2019). Caffeine and the cardiovascular system: a review. Cardiovascular Therapeutics
  • Smith, A. (2002). Caffeine: a complex drug. Psychopharmacology
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