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Colorare Roma di alberi 

I Volontari di Alberi in Periferia piantano in asso il degrado cittadino

Un albero di 30 piani 

«Ecco, guarda come ci ha conciati, la metropoli…», cantava Adriano Celentano, criticando il boom urbanistico selvaggio degli anni ’60. La città si riempiva di grigio, come una betoniera perennemente rotante e colmava di cemento anche i lineamenti colorati di coloro che venivano dalla campagna.  

Studiosi della portata del Prof. Mancuso e del Prof. Vacchiano, insistono sulla necessità: 

  1. Di piantare alberi 
  1. Di piantarli in città. 

L’obiettivo è quello di rendere più verde il grigio della metropoli.  
È possibile, non è vietato, basta volerlo e pianificarlo. 
Poi, scopriamo i “volontari del verde pubblico” e dialoghiamo con: Andrea Loreti, Presidente di Alberi in Periferia, associazione che si occupa di piantare alberi in città.

Non ci resta che piangere? 

Chi siete? Quanti siete? Cosa portate? Un fiorino! Scusate, non ho resistito. 
Non ci resta che piangere o c’è davvero spazio di lotta e di manovra? 

Diciamo che rimanendo in tema, bisogna “provare, provare, provare…”.  

Provare a coinvolgere i cittadini che questi luoghi grigi li abitano ma non li vivono e non li sentono propri, ma che invece con la loro azione possono diventare un elemento concreto ed efficace di cambiamento.  

A sollecitare le amministrazioni locali evitando il rischio di non farsi strumentalizzare. Aa non farsi scoraggiare dagli atti vandalici, dai furti, dall’indifferenza. 

Provare a impegnarsi quotidianamente in un ambientalismo dei fatti e non delle chiacchiere. 

Quindi non direi che “non ci resta che piangere”, ma ci resta da sorridere per ogni spazio riqualificato dal basso. 

  

Volontari per gli alberi 

Siete un gruppo di volontari, non lo fate di mestiere, giusto? 

Siamo una sgarrupata Armata Brancaleone, ognuno diverso dall’altro, in cui ciascuno mette a disposizione del gruppo le sue capacità e i suoi interessi, dando quello che può e quando può. Nessuno di noi fa questo di lavoro, e nessuno prenderà mai un euro.
Per i progetti più complessi ci affidiamo però alla consulenza di amici agronomi che condividono la nostra missione. 

  

piantare alberi in periferia

Periferie e degrado 

Operate nella periferia romana. Che cosa siete riusciti a fare? 

Siamo riusciti a mettere a dimora più di 1000 alberi.

Abbiamo realizzato decine di interventi di riforestazione urbana partecipata in diversi quartieri (Tor Bella Monaca, Centocelle, Romanina, Selva Candida, Casal Monastero…); fatto rete con decine di associazioni e comitati di quartiere;  coinvolto ragazzi con fragilità.

Abbiamo fatto laboratori e messe a dimora con i bambini delle scuole e realizzato il “Piccolo Frutteto del Popolo”, ossia circa 50 piante da frutto in uno spazio aperto a tutti.  

Inoltre, stiamo realizzando una food forest su un’area di circa un ettaro, e stiamo lavorando per realizzare la “Fabbrica dell’Ossigeno”, una rete di vivai forestali didattici di comunità. 

Le periferie sono spesso luoghi di degrado, abbandono, emarginazione… il verde curato può aiutare a invertire la tendenza? 

Si. Non a caso nel nostro nome c’è la parola “Periferia”, perché crediamo che piantare alberi in città, in contesti urbani periferici da riqualificare, si semini partecipazione, socialità e una narrazione diversa delle periferie, che non sono solo degrado ed emarginazione, ma anche impegno e buone pratiche di difesa del bene comune 

Se vogliono il deserto pianteremo partecipazione… frase forte, mi ricorda Gaber. 
“La libertà non è star sopra un albero”, è piantarlo e curarlo. 

Rete dal basso & Scuola 

La gente vi segue? E la scuola che ruolo ha? 

Giorno dopo giorno cresce il gruppo di volontari, crescono le associazioni che ci contattano per collaborare e fare rete dal basso, aumenta il numero di singoli cittadini che ci chiedono consigli e che ci vogliono donare alberi, e crescono le donazioni online.

Aumentano anche i followers sulle nostre pagine social FB/IG (canale fondamentale per far conoscere i nostri progetti) e i contatti con importarti realtà come la vostra, che ci permettono di avere ulteriore visibilità. 

La scuola ha un ruolo cruciale. Siamo andati in diversi istituti a piantare alberi nei rispettivi cortili insieme agli alunni. Sono state sempre esperienze magnifiche, c’è una curiosità e devo dire anche un livello di conoscenza da parte dei bambini stupefacente.  

Anche per questo, possiamo concludere la nostra chiacchierata così come l’abbiamo iniziata: no, non ci resta che piangere, ma ci resta da sorridere per ogni nuovo albero che andremo a piantare insieme.

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