L’essere umano è pieno di difetti. L’Antropocene, l’era geologica nostra contemporanea, lo dimostra ampiamente.
In un’Amaca di qualche settimana fa, Michele Serra giornalista di Repubblica, definiva l’essere umano di oggi pressoché identico all’uomo delle caverne armato di clava… solo vestito un po’ meglio.
Tutto vero, ma… La particolarità umana, il suo genio sregolato, lo si può ben misurare dal progresso scientifico, mirabolante.
Maurizio Scaltriti (VP Translational Medicine, Early Oncology, AstraZeneca. Previous Associate Director of Translational Science at MSKCC), traccia qualche linea a riguardo dei progressi scientifici e tecnologici nella ricerca contro il Cancro.
Analisi del DNA
«Quando si analizza il DNA e l’RNA di un tumore, normalmente si utilizzano centinaia di migliaia, talvolta milioni, di cellule contenute nel tumore stesso. Negli ultimi dieci anni, si sono sviluppate tecnologie che permettono di sequenziare queste molecole nelle singole cellule.
In altre parole, tramite l’analisi del DNA/RNA delle singole cellule possiamo distinguerle e comprendere cosa succede a ciascuna di esse durante, ad esempio, una terapia specifica. Questo approccio non si limita alle cellule tumorali, ma riguarda anche tutte le altre cellule del tessuto prelevato.
Così facendo, possiamo ottenere una panoramica tridimensionale di ciò che accade nel tumore e nel microambiente tumorale cellula per cellula. In pratica, abbiamo la possibilità di identificare chi fa cosa e come. Ciò è importante poiché potremmo individuare, ad esempio, una minoranza di cellule resistenti che potrebbero essere la conseguenza di una recidiva o studiare come il sistema immunitario cerca di adattarsi».
Spettrometria di massa
«Un’altra tecnologia in fase di sviluppo, ancora poco conosciuta nella clinica, è la spettrometria di massa. Da campioni di biopsie o resezioni comunemente disponibili nei dipartimenti di patologia, siamo in grado di estrarre proteine e analizzarle con questa tecnica. Poiché i bersagli di tutti i farmaci antitumorali sono proteine, per molti di questi farmaci esistono test specifici per determinare se questi bersagli sono presenti nel tumore. Pertanto, immaginate un test che riveli la presenza e l’abbondanza di 100 di questi bersagli nello stesso campione.
Certo, esistono già banche dati con migliaia di campioni analizzati sia con tecniche di sequenziamento di singole cellule sia con spettrometria di massa.
Dove sta la novità? La novità sta nel fatto che oggi possiamo usarle in studi clinici veri e propri, non solo in laboratorio.
Per fare ciò, è necessario disegnare studi nei quali si prelevano biopsie prima di un determinato trattamento e dopo poche settimane dall’inizio della terapia. Successivamente, questi campioni devono essere sottoposti ad analisi proteomiche e a singole cellule in pazienti trattati con la terapia sperimentale.
È importante sottolineare come tutto ciò sia possibile solo grazie a pazienti che acconsentono a donare questi campioni e a professionisti in grado di raccoglierli con precisione, letteralmente chirurgica. Grazie a questi studi, possiamo arrivare a comprendere meglio i tumori».
Presente e futuro nella ricerca contro il cancro
«Attualmente, questi studi sono in corso e i risultati potrebbero fornire indicazioni utili per tutti i pazienti in futuro. Tuttavia, non c’è una data precisa in cui ciò accadrà. Ciò che è certo è che stiamo facendo cose inimmaginabili appena 10 anni fa. Pertanto, non è una questione di “se”, ma di quando».
Rispetto al mitico dell’uomo delle caverne che guardava la Luna, qualche passo in avanti, magari solo in certi ambiti, è stato compiuto.
Un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità nella ricerca contro il cancro.