Le polemiche sulla tossicità dell’alcol e le diciture sulle etichette del vino hanno evidenziato un problema serio spesso sottovalutato in Italia. Scopri le risposte dell’OMS che svelano i falsi convincimenti sui presunti benefici e gli effetti tossici dell’alcol.
Di seguito alcune domande, e le relative risposte riassunte, rivolte al Dr. Emanuele Scafato, Direttore Osservatorio Nazionale ALCOL, Istituto Superiore di Sanità, che ci rimanda a un documento dell’OMS dal titolo “Reporting about alcohol: a guide for journalists”.
Tale documento mira a supportare i giornalisti su come comunicare efficacemente le conoscenze sull’alcol e il danno alcol-correlato ai cittadini, le famiglie e la società.
Di seguito una sintesi ristretta alle prime quattro.
Esiste un consumo di alcol “salutare”?
«Dalla revisione sistematica della letteratura, non risulta alcuna evidenza sul consumo salutare di alcol. Non ci sono effetti protettivi del consumo di alcol sulla salute, neanche a piccole dosi».
Che dire rispetto al consumo di un bicchiere di vino rosso al giorno che farebbe bene al cuore?
«Messaggio ampiamente pubblicizzato come protezione da patologie cardiovascolari, non è corretto e, come largamente sottolineato e diffuso dalla federazione mondiale dei cardiologi e dalla società europea di categoria, è privo di evidenza scientifica e responsabile di distogliere l’attenzione dai danni alcol-correlati».
Perché le linee guida di consumo di alcol nazionali sono diverse dai livelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità?
«Molti Paesi hanno adottato linee guida a basso rischio, raccomandando di solito non più di 10 bevande alcoliche standard a settimana. L’OMS non pone limiti particolari perché le prove dimostrano che la situazione ideale per la salute è non consumare affatto alcol.
Qualsiasi consumo di alcol è associato a un rischio, come il rischio di dipendenza, cancro al seno (una relazione lineare nelle donne) o incidenti, prima causa di morte tra i giovani in tutto il mondo.
Sebbene l’adesione alle linee guida nazionali sull’alcol possa mantenere bassi i livelli di rischio individuale rendendo possibile accompagnare i consumatori in una dimensione di più basso rischio, dal punto di vista della salute pubblica e a livello di popolazione il rischio si registra a ogni livello, pur moderato, di consumo. Questo dato supporta l’indicazione di prevenzione universale che non esistono livelli o quantità di consumo che non comportano rischi».
Se consumare alcol fa così male alla salute, perché tutti lo consumano?
«Più della metà della popolazione adulta nel mondo non consuma alcol, anche se ciò non viene quasi mai riferito, mentre è più facilmente alimentato l’erroneo concetto che consumare alcol sia inevitabile nella vita.
L’alcol è una sostanza psicoattiva, la cui assunzione provoca un piacere che può essere parte rilevante di un possibile problema in presenza di una scarsa capacità di controllo di una parte del cervello che si sviluppa tra i 12 e i 25 anni, la corteccia pre-frontale.
Quest’area cerebrale, infatti, giunge a maturazione solo intorno ai 25 anni svolgendo le azioni di logica, valutazione del rischio e controllo superiore proprie della capacità cognitiva razionale dell’individuo sapiens maturo».