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Doping e cancro. Relazione pericolosa

Numerosi atleti hanno fatto ricorso a delle specifiche sostanze o veri e propri farmaci per migliorare la propria performance agonistica.

E’ stata accertata qualche correlazione specifica con alcune patologie? 

Ne abbiamo parlato col ricercatore Aureliano Stingi.

«Sì, per alcune patologie oggi siamo abbastanza sicuri che il doping sia un elemento causale. Per essere più precisi, gli scienziati ricercatori sono riusciti a legare direttamente l’uso del doping ad alcune patologie cardiache e anche ad alcuni tipi di tumore come quelli ai testicoli e alla vescica.  

Questo, però, non va generalizzato. Non tutte le sostanze assunte dagli sportivi causano il cancro e, soprattutto, non qualsiasi tipo di tumore sviluppato da uno sportivo è causato dalle sostanze dopanti».  

Hanno fatto molto scalpore le dichiarazioni recenti di ex calciatori…  

«Per alcuni tipi di doping legati all’assunzione di vecchi tipi di testosterone – oggi non sono più utilizzati -, o dell’ormone della crescita GH, si è osservato in alcuni soggetti un aumento dell’incidenza dei tumori citati prima: testicoli e prostata. 

Va ricordato che il testosterone e l’ormone della crescita vengono usati come doping, ma in realtà sono dei farmaci utilizzati da alcuni pazienti che hanno patologie specifiche. 

Si tratta di due ormoni molto potenti che incidono sulla crescita delle cellule. Uno degli effetti collaterali, purtroppo, può essere la crescita anche delle cellule aberranti».  

Uno dei problemi risiede anche nell’associazioni di più farmaci, nel cocktail di molecole? 

«Esattamente, combinare più farmaci assieme è un rischio se lo si fa senza la supervisione di un medico. È assolutamente sconsigliato oltre che pericoloso. Ma, soprattutto quando si parla di patologie tumorali dobbiamo sempre ricordarci che esiste una componente genetica, una predisposizione a sviluppare il tumore.  

Può trarci in inganno il fatto che alcuni soggetti che fanno uso di doping per tutta la vita non svilupperanno mai un tumore mentre altri, che ne fanno un uso sporadico, possono sviluppare un tumore. Ci possono essere evidenti correlazioni che non sono però causali ma spurie. In altre parole, esiste una correlazione tra i due eventi ma ciò non significa che uno sia causa dell’altro. 

In merito al decesso di due ex calciatori avvenuta in questi ultimi tempi, la polemica che si è sollevata non credo abbia sufficienti appigli causali. Penso che nessun medico possa ipotizzare che le loro patologie tumorali siano state causate dall’uso di doping.  

Ogni volta che osserviamo due fenomeni e ipotizziamo che uno sia la causa dell’altro dobbiamo sempre fare un passo indietro e ricordarci che correlazione non significa per forza causazione». 

Articolo tratto dal podcast “Balle Immortali” dei ricercatori Federico Pio Fabrizio e Aureliano Stingi.

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