Intervistiamo sul tema il Dottor Daniele Banfi, giornalista e redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011.
Dottor Banfi, secondo i dati presentati nel volume I numeri del cancro in Italia 2023, si prevedono 395mila nuovi casi di tumore in Italia nel corso dell’anno. Quali sono le principali cause di questo aumento rispetto agli anni precedenti?
«L’aumento dei casi di cancro in Italia nel 2023 rispetto agli anni precedenti è dovuto a diversi fattori. In primo luogo, si osserva una crescita demografica, con una popolazione che invecchia e che quindi è maggiormente predisposta a sviluppare la malattia. Tuttavia, la scarsa attenzione agli stili di vita gioca un ruolo significativo. Ad esempio, l’abitudine al fumo di sigaretta, che riguarda un italiano su 4 tra i 18-69enni».
Quali sono i tumori più diffusi nel 2023 in Italia e quali sono le proiezioni per gli anni a venire?
«Nel 2023, i tumori più diffusi in Italia sono il tumore al seno, seguito da quello del colon-retto e del polmone. Le proiezioni per gli anni a venire indicano un aumento previsto del numero assoluto annuo di nuove diagnosi oncologiche, con un incremento medio dell’1,3% all’anno negli uomini e dello 0,6% all’anno nelle donne. Questo aumento coinvolgerà anche i tumori più frequenti, come il tumore della mammella nelle donne, il tumore della prostata negli uomini e il tumore del polmone in entrambi i sessi».
Riguardo alla prevenzione, quali sono gli stili di vita e i comportamenti che contribuiscono all’aumento dei casi di tumore?
«La scarsa attenzione agli stili di vita è un fattore importante nell’aumento dei casi di tumore. Ad esempio, come detto, il fumo di sigaretta colpisce il 24% della popolazione tra i 18 e i 69 anni. Oltre al fumo, il 30% della popolazione è completamente sedentario, e l‘inattività fisica è associata a sovrappeso e obesità, che sono anch’essi importanti fattori di rischio oncologico. La percentuale di adulti con eccesso ponderale è superiore al 40%, con il 33% in sovrappeso e il 10% obeso. Il consumo di alcol a “maggior rischio” per la salute coinvolge il 17% della popolazione».
Gli screening oncologici sembrano essere poco sfruttati. Quali sono i dati attuali e quali sfide si presentano?
«Gli screening oncologici gratuiti sono ancora troppo poco sfruttati. Ad esempio, nel 2022, l’adesione allo screening mammografico è del 43%, in calo di tre punti percentuali rispetto all’anno precedente. Analogamente, lo screening colon-rettale ha una copertura decisamente inferiore ai valori registrati per lo screening mammografico. Le sfide principali includono una contrazione dell’adesione al Nord, mentre al Centro e al Sud vi sono variazioni più contenute. È essenziale sensibilizzare la popolazione e garantire un’offerta capillare e fruibile per rendere gli screening più efficaci».
Tema | Dati Chiave |
Nuovi casi di tumore (2023) | 395,000 (208,000 uomini, 198,000 donne) |
Tumori più diffusi (2023) | Tumore al seno (55,900), Colon-retto (50,500), Polmone (44,000), Prostata (41,100), Vescica (29,700) |
Previsioni future | Aumento medio del 1.3% annuo negli uomini, 0.6% annuo nelle donne per prossimi due decenni |
Fattori di aumento dei casi | Invecchiamento della popolazione, scarsa adesione agli stili di vita sani (fumo, sedentarietà, obesità) |
Adesione agli screening oncologici | Mammografico: 43%, Colon-rettale: 27%, Cervicale: 41% |
Morti evitate (2007-2019) | 268,471 (Uomini: 206,238, Donne: 62,233) |
Progressi nelle cure | Terapie mirate, Immunoterapia: aumento significativo della sopravvivenza a 5 anni |
Ruolo Fondazione Umberto Veronesi | Supporto alla ricerca, Sensibilizzazione, Collaborazione per superare differenze assistenziali |
Nonostante l’aumento dei casi di cancro, emerge un dato positivo: sono state evitate oltre 268mila morti oncologiche in Italia tra il 2007 e il 2019. Quali sono i progressi nelle cure che hanno contribuito a questo risultato?
«I progressi nelle cure sono evidenti, con terapie mirate che hanno ottenuto risposte importanti e una durata di controllo della malattia prolungata nel tempo. L’introduzione dei farmaci immunoterapici di nuova generazione ha rappresentato una grande rivoluzione. Ad esempio, nel carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato, la sopravvivenza a 5 anni è aumentata significativamente, passando dal 5% con la sola chemioterapia al 20-30% con l’immunoterapia. La caratterizzazione molecolare è essenziale per l’efficacia delle terapie mirate, ma è necessario garantire che tali progressi siano implementati in modo tempestivo in tutti i centri medici».
Qual è il ruolo della Fondazione Umberto Veronesi nel promuovere la ricerca e la sensibilizzazione sulla prevenzione e cura dei tumori?
«La Fondazione Umberto Veronesi svolge un ruolo fondamentale nella promozione della ricerca e nella sensibilizzazione sulla prevenzione e cura dei tumori. Attraverso il sostegno alla ricerca scientifica e l’organizzazione di eventi educativi, la Fondazione contribuisce a avanzare la conoscenza e a promuovere comportamenti salutari. Inoltre, collabora attivamente con istituzioni e clinici per superare le differenze assistenziali esistenti nel Paese, impegnandosi a mantenere alto il livello del Sistema Sanitario nazionale».