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Banca Etica: dagli anni Novanta ad oggi 

Un bilancio in cui i numeri vengono dopo le persone

L’Etica di una Banca 

Bertold Brecht ha lasciato detto che è peggio creare una banca che rapinarla… Voi ne avete fondata una, più di 20 anni fa. 

Perché questa necessità? Chi ha avuto questa idea?  

«Banca Etica è nata su impulso di tante persone e organizzazioni della società civile che a metà degli anni ‘90 hanno sentito il bisogno di dare vita a una banca che fosse coerente con i loro valori.  

Pacifisti, ambientalisti, attivisti per i diritti umani avevano preso consapevolezza del fatto che sono le banche – forse più della politica – a decidere quale tipo di economia far crescere attraverso il credito e i finanziamenti. E rifiutavano l’idea che i loro risparmi venissero usati dalle banche per investire in armi, carbone, petrolio, multinazionali che violavano sistematicamente i diritti dei lavoratori e delle comunità. Inoltre, in quel periodo, per le organizzazioni no profit era impossibile ottenere un prestito in banca.  

La nuova Banca Etica doveva dunque assolvere al compito di essere la prima in Italia a dare credito alle realtà non profit. 

Modelli 

Vi siete ispirati a buoni modelli già sviluppati da altri? 

Banca Etica si è ispirata alle MAG (mutue di auto-gestite) che in Italia stavano realizzando e stanno tuttora realizzando esperienze alternative per l’erogazione dei servizi finanziari. 

La sfida era però quella di dare vita a una vera e propria banca che potesse operare a livello nazionale. Inoltre, ci siamo ispirati ad alcune esperienze già sviluppate nel Nord-Europa, soprattutto in Germania, ma anche in altri continenti. 

Oggi le banche etiche di tutto il mondo collaborano attraverso due network internazionali: la Federazione Europea delle Banche Etiche e Alternative (Febea) e la Global Alliance for Banking on Values (Gabv). 

Trasparenza 

Qualcuno potrebbe domandarsi “Chi c’è e cosa c’è sotto?  
In un’epoca di verità e contro verità, come si declina la trasparenza della vostra opera? 

Banca Etica è una banca cooperativa, di proprietà di circa 50 mila soci e socie, persone e organizzazioni. Nessun socio – che sia persona fisica o giuridica – può detenere più dell’1% del capitale sociale. Quindi, dietro alla banca c’è una moltitudine di realtà e individui a vario titolo, impegnati per un’economia pulita ed equa.  

La trasparenza in Banca Etica si declina nell’impegno quotidiano per fornire alla clientela informazioni chiare e comprensibili sui prodotti finanziari che vengono loro proposti. Ma soprattutto siamo l’unica banca in Italia – e tra le poche al mondo – che pubblica sul proprio sito web tutti i finanziamenti erogati a imprese e organizzazioni. In questo modo chi ci affida il proprio denaro può sempre sapere come lo utilizziamo. 

Diamo i numeri 

Qualche numero proprio in nome della trasparenza? 

Oggi Banca Etica conta 45 mila soci e 82 milioni di capitale sociale; una raccolta di risparmio di oltre 2 miliardi di euro e finanziamenti per oltre un miliardo a favore di iniziative di organizzazioni, famiglie e imprese nei settori della cooperazione e innovazione sociale, cooperazione internazionale, cultura e qualità della vita, tutela dell’ambiente, turismo responsabile, agricoltura biologica, diritto alla casa, legalità.

Opera da 23 anni su tutto il territorio nazionale attraverso una rete di filiali, banchieri ambulanti, consulenti di finanza etica e grazie ai servizi di home e mobile banking.  

La nostra società di gestione del risparmio, Etica sgr, conta oggi 410 mila clienti e gestisce con criteri etici un patrimonio di 7,3 miliardi di euro.    

Non investiamo qui 

Una banca presta, investe. Dove non presta e dove non investe Banca Etica? 

I settori esclusi dai nostri investimenti e dal nostro credito sono:  

  • produzione e commercio di armi;  
  • energia derivante da fonti fossili;  
  • allevamenti e agricoltura intensivi;  
  • il settore finanziario.  

Prima di concedere ogni finanziamento effettuiamo una valutazione socio-ambientale sugli impatti attesi dal progetto da finanziare.

In poche parole, non basta non appartenere a uno dei settori esclusi, le realtà che finanziamo devono anche avere un’esplicita finalità e attenzione al proprio impatto ambientale.  

Per fare un esempio: chi produce pale eoliche ma evade il fisco o non garantisce i diritti dei lavoratori o la parità di genere non può accedere ai nostri finanziamenti. 

Anche la nostra società di gestione del risparmio – Etica sgr – che propone fondi comuni di investimento, seleziona i titoli su cui investire attraverso un’attenta valutazione, sia che si tratti di titoli di stato, sia che si tratti di azioni o obbligazioni di imprese.   

Microcredito 

Le tesi e la prassi del Nobel Muhammad Yunus e il microcredito funzionano davvero. Anche per Banca Etica? 

Siamo attivi in molti progetti di microcredito sia in Italia – soprattutto attraverso la collaborazione con Permicro – sia nei Paesi dell’Est Europa, ma anche in Africa e Medioriente. Questo grazie a una rete di partner selezionati sui diversi territori.

Il microcredito è molto efficace come strumento di inclusione e promozione sociale delle persone in condizione di fragilità che possono essere accompagnati ad avviare un’impresa, garantendo un reddito per la propria famiglia e sottraendosi al bisogno di sussidi pubblici. 

Dunque è conveniente anche per le casse degli Stati. L’elemento cruciale è l’accompagnamento: chi riceve un microcredito deve anche ricevere consulenza per avviare la propria attività. 

Futuro 

Il futuro, quale avvenire per la vostra opera? 

Il numero di persone e organizzazioni che scelgono la finanza etica è in costante crescita. Stiamo lavorando per offrire servizi finanziari sempre più efficienti e completi, per allargare la nostra base sociale e coinvolgere ogni giorno un maggior numero di soggetti.

Offrendo la possibilità di coniugare una sana gestione dei propri risparmi e investimenti con la certezza che questo avvenga in coerenza con i propri valori, naturalmente orientati al rispetto dell’ambiente e dei diritti umani.  

Per info visita il sito.
Se ti è piaciuto questo articolo leggi anche: Fondazione Adventum. Una mano che rialza da terra

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