Professore lei propone un bollettino regolare sul clima come si è fatto con il Covid, perché?
Forse solo un bollettino dei morti quotidiani per clima, come è stato per il Covid, ci spronerà a passare all’azione. Per il Pianeta si parla di condizioni «irreversibili» e non bisogna aspettare la fine secolo per comprendere che già oggi ci stiamo avvicinando ai +1,5 gradi e tornare indietro è ormai quasi impossibile.
Nel 2030 saremo a +2. Andando avanti, a +3 spariranno Amazzonia e Groenlandia, verso i +5 l’umanità. C’è pochissimo tempo, è un’emergenza, ma continuiamo a non trattarla come tale.
Dobbiamo adattarci, ci vuole una sorta di PNRR globale, serve investire per resistere. Il problema è che i cambiamenti climatici hanno scale temporali lunghe, non come Covid o guerra. In dieci anni può cambiare tutto ma non è facile percepirlo.
Servirebbero bollettini giornalieri, come quelli della pandemia, per mostrare ciò che stiamo perdendo.
Abbiamo voluto guardare negli occhi e fare delle domande precise al Professor Valentini, ecco la video intervista.
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