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Pieces of Venice – Da detriti a souvenir

Pezzi di Venezia, recuperati, trasformati e venduti 

E’ il progetto compiuto di chi è riuscito a creare impresa sociale in laguna, contribuendo a migliorare il decoro urbano dando lavoro a ragazzi in difficoltà e valorizzando il proprio territorio.

Karin e Luciano Marson sono gli ideatori di questo splendido progetto radicato nella migliore tradizione di genialità e solidarietà veneziana. 

Bricole & impresa sociale 

Karin, Luciano, qualche settimana fa passeggiavo sull’argine del fiume Tagliamento, che sfocia sulla laguna di Caorle, a nord di Venezia. Sull’ansa di una riva, stesa sulla sabbia come volesse prendere il sole, una bricola (la L in veneziano si trasforma in un dittongo ea) con tanto di ferramenta arrugginita per l’ormeggio. E mi viene subito in mente la domanda secca di un amico fiorentino: «Ma cosa sono le bricole e a cosa servono?». 

«Stranissimo questo avvistamento nel fiume Tagliamento, mi scusi la rima. O non si trattava di una bricola, ma di un tronco. Oppure vi è arrivata perché trasportata a terra e poi per qualche motivo abbandonata in acqua.

Detto questo: le briccole sono quei pali immersi a gruppi di tre nella laguna di Venezia per segnalare alle imbarcazioni i canali navigabili. Sono in legno di rovere e vengono sostituite ogni 15-20 anni in quanto si logorano con le maree, il moto ondoso dei natanti. 

Vengono anche traforate dalla teredine, un mollusco d’acqua, che mi pare si trovi solo nella nostra laguna. Ricorda un grosso lombrico e trafora il legno creando delle gallerie. Le briccole non vanno confuse con le paline che sono invece dei tronchi più sottili utilizzati singolarmente nei canali di Venezia città, per attraccare le barche o per sostenere i pontili».  

Simpatica la sua definizione “bricoe” in veneziano puro. Noi di solito ci prendiamo la licenza di scrivere “bricola” con una sola C per ricordare l’origine veneziana ma manteniamo la L per renderla comprensibile.  

Detto questo, le bricole vengono recuperate a fine vita d’acqua e utilizzate da tempo per realizzare mobili, pavimenti e rivestimenti su misura.  

«Noi di Pieces of Venice utilizziamo questo legno di recupero per realizzare souvenir e oggetti utili alla persona. Applicando l’industrial design che contraddistingue le nostre collezioni e che ci è valso il premio Compasso d’Oro per il progetto di impresa sociale». 

Pieces of Venice & cooperativa sociale 

Sono sicuro che voi di Pieces of Venice non abbiate una riposta unica a quella duplice richiesta del mio amico fiorentino. Per voi, i pezzi di Venezia, anche i pezzi di bricoe, possono servire a mille usi. Non è forse così? Cos’è Pieces of Venice? 

«Pieces of Venice è una benefit company e startup innovativa che recupera materiali provenienti da Venezia e dalla sua laguna per trasformarli in “reliquie“ da conservare a ricordo di questa meravigliosa città pregna di cultura, arte, architettura e storia.

Le lavorazioni vengono principalmente affidate alla cooperativa sociale FUTURA, che occupa una sessantina di ragazzi disagiati e contribuisce così a donare loro dignità di vita attraverso il lavoro.  

Ogni nostra creazione ha come nome un indirizzo di Venezia, perché vogliamo promuovere un turismo consapevole che si muova anche al di fuori dei soliti percorsi a tutti conosciuti come Rialto e San Marco. 

E scoprire la città più autentica per far vivere meglio sia i turisti sia i cittadini che la abitano.  

Devolviamo una parte dei nostri introiti all’associazione Masegni e Nizioleti (traduzione: grandi pietre e lenzuolini), una onlus che si occupa del decoro di Venezia, ripulendola dalla plastica e dai grafiti. Persone meravigliose che dedicano il loro tempo libero a favore della comunità».  

Quando nascete? 

«Ci siamo costituiti nel 2017. Presentati alla stampa nel gennaio 2018 in Triennale ed è iniziata l’attività vera e propria nel 2019: siamo giovani ma abbiamo maturato sia mia moglie che io una pluridecennale esperienza nel mondo del legno e del design». 

Amare Venezia 

Voi amate Venezia, una città che non può essere sprecata e neanche sporcata. Il vostro impegno ha trovato riscontro in Italia e nel mondo? 

«Abbiamo iniziato a farci conoscere principalmente in loco e siamo presenti nei bookshop di quasi tutti i musei veneziani, alla Biennale. In tanti importanti negozi quali il Fondaco dei Tedeschi ed Emilio Ceccato, per citarne alcuni, a Milano ci potete trovare in Triennale ed al Design Museum Compasso d’Oro, ma abbiamo anche rivenditori come Interdesign a Santiago del Cile e Luminaire a Miami.  

Con il nostro e-commerce raggiungiamo privati in tutto il mondo dagli Stati Uniti all’Europa, alla lontana Australia. Quindi sì abbiamo trovato riscontro in Italia e nel mondo». 

Ma cosa ci fate con il legno delle bricole e non solo? 

«Delle bricole abbiamo già parlato. Vorrei solo anticipare che quest’anno presenteremo sicuramente anche oggetti realizzati con il recupero di vetri di Murano,. Il nostro programma prevede di allargarci anche ad altri materiali che si possono recuperare a fine vita a Venezia, quali le cime dei vaporetti e altro.

Abbiamo iniziato con il legno perché è il materiale principe di Venezia. Le fondamenta della città stessa sono fatte da questo materiale, e perché entrambi proveniamo da questo mondo che è quello che conosciamo meglio». 

Ci parla della Cooperativa sociale Futura? 

«La cooperativa esiste dal 1989 e fornisce assistenza diurna a persone con disabilità, a volte anche gravi. 

Si occupa anche dell’inserimento nel mondo del lavoro di ragazzi con disagio fisico o familiare, occupandoli in diverse attività manuali, che vanno dall’oggettistica in ceramica al confezionamento di pacchi regalo oppure di ferramenta per aziende meccaniche o del mobile.  

In questo settore sono occupate circa 60 persone. Per Pieces of Venice alcuni di loro levigano i prodotti, praticano le forature, applicano l’olio protettivo, imprimono il marchio a fuoco, confezionano poi i prodotti arrivando anche a gestire la logistica.

Il nostro magazzino è presso la loro sede. Noi mandiamo i corrieri a prelevare gli oggetti che vengono poi consegnati nei negozi o inviati direttamente ai privati acquirenti finali. Rappresentano per noi un caposaldo fondamentale». 

Ci racconterebbe la storia di uno di questi ragazzi o ragazze? 

Paolo Belluzzo è un cinquantenne tetraplegico dalla nascita che si muove con una carrozzina elettrica. Comunica grazie a una tavoletta su cui sono stampate le lettere dell’alfabeto. Lui scrive di sé: 

Pieces of Venice

In Futura si occupa della comunicazione e ha scritto anche due libri. Il più recente si intitola Sulle mie gambe.  Una persona incredibile che ha un’energia enorme.  

Com’è andata la candidatura al Premio Non Sprecare 2021, nella sezione “Start up”? 

Il 28 marzo è terminato il nostro status di start-up innovativa. Ora in corso la trasformazione in azienda innovativa, non abbiamo quindi ritenuto di candidarci al premio in quanto già “maturi “ e ancora per troppo poco tempo startup.  

Per saperne di più visita il sito.

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