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Il Dottor Sorriso 

Momcilo Jankovic racconta la sua vita in una corsia oncologica infantile

Dottor Momcilo Jankovic, lei è per tutti il Dottor Sorriso, le dispiace questo titolo poco accademico o la fa sorridere? 

Questo titolo di Dr. Sorriso attribuitomi dai media mi fa piacere, perché vuol dire che riesco a trasmettere serenità pur in situazioni cliniche spesso difficili o complesse. Sarà poco accademico ma mi soddisfa. 

A cosa, a chi, ha dedicato la sua vita? 

La mia vita professionale è stata dedicata a tutti i bambini, soprattutto a quelli affetti da leucemia o linfoma e alle loro famiglie. Ne ho seguiti più di 3000 in 42 anni di vera e propria “trincea” ma ne sono felice e molto soddisfatto come professionista. L’ho dedicata con impegno a poter offrire la miglior qualità di vita a tutti i bambini, anche quelli purtroppo destinati a morire (ne ho accompagnati più di 600). 

Dottor Sorriso, com’è nata la sua vocazione? 

Semplicemente dal desiderio di essere di aiuto alle persone con problemi di salute (e nello specifico ai bambini), dal fascino della ricerca medica e sempre animato dal desiderio di novità e di progresso. 

Oggi lei è in pensione, ma lo è davvero? 

Sono in pensione in quanto costretto dall’età e dalle relative normative istituzionali.  

Continuo la mia professione con i bambini anche se con ritmi meno stressanti rispetto a prima. Faccio diverse conferenze e scrivo articoli scientifici o libri. 

Quanto ha ricevuto dai bimbi che ha curato? 

Ho ricevuto tantissimo. I bambini sono Maestri di vita perché spontanei e decisi, anche se bisogna imparare ad ascoltarli con attenzione. Mi hanno insegnato a vivere il presente e a guardare il bicchiere mezzo pieno e non il contrario. Mi hanno anche insegnato a capitalizzare il tempo, che è non solo diagnostico ma anche terapeutico. 

Cosa c’entra il sorriso con la cura? 

Il sorriso è Cura non solo perché trasmette serenità e tranquillità alle persone, ma se è un sorriso vero che viene da dentro libera nell’organismo sostanze positive (le citochine) in grado di migliorare i nostri parametri vitali (frequenza cardiaca, frequenza respiratoria e pressione arteriosa) e riduce la liberazione di sostanze ormonali che agiscono sul nostro stato emozionale e di stress. 

«Il mondo si rialza con il sorriso di un bambino», cantano Ermal Meta e Fabrizio Moro nella loro famosissima critica alla guerra in ‘Non mi avete fatto niente’. Lei lo crede davvero? Lo ha sempre creduto o è avvenuto qualcosa che l’ha fatta cambiare idea? 

Il mondo dovrebbe rialzarsi con il sorriso di un bambino… non lo vedo però molto realizzato nella nostra società pervasa da ben scarso altruismo (e il Covid ci ha insegnato purtroppo molto poco a tal proposito) e da un personalismo esasperato (l’importante è che stia bene io…). 

Lei si è trovato migliaia di volte davanti al volto di un bambino impaurito, quali sono le domande ricorrenti che le vengono rivolte e che si rincorrono nella sua mente? 

Perché proprio a me?  
Posso morire?  
Sono o non sono guarito?  
Perché scappi?  
Perché non posso fare le cose che fanno i miei compagni? 

A tutte queste domande c’è una risposta convincente solo se credi veramente in quello che fai e se come medico ci sei veramente per loro. 

Quali risposte semplici ha provato a dare? Quali risposte complesse ha provato a darsi? 

Un ragazzo di 19 anni, in fase progressiva di malattia leucemica, mi ha chiesto: “Jankovic sto per morire?” Gli ho risposto: “sei in un momento difficile dove ci può stare anche la morte, ma sei qui tranquillo con la tua terapia, senza dolori, per cui non mi sembra un momento così critico e negativo… Si è tranquillizzato.  

La mia è stata una “bugia bianca” (cioè innocente). Non gli ho dato quella certezza che provocatoriamente mi aveva chiesto con la sua domanda, l’ho fatto stare meglio ed è morto più sereno. 

Mi lasci con una frase pronunciata con il sorriso sulle labbra… 

Charlie Chaplin diceva: “Una giornata senza sorriso è una giornata persa”, e io non ho perso le mie giornate ma le ho dedicate a chi ne aveva bisogno e sono felice di quanto sono riuscito a fare. 

Chi è Jankovic Momcilo? 

Il suo nome, di origini serbe, significa “ragazzo gaio”.  È un pediatra, ematologo, responsabile del Day hospital del reparto di Ematologia Pediatrica dell’ospedale San Gerardo di Monza dal 1982 al 2016. Oggi è in pensione, ma continua ad esercitare la sua professione. Si occupa di bambini, li cura, in tutti i modi.    Ha scritto libri, poesie e oltre 500 pubblicazioni scientifiche su riviste di settore.  Un uomo vero, empatico, capace di sentire oltre che di ascoltare, capace di sorridere alla vita.  Il Dottor Sorriso. 

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