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Torna l’ora legale

Quanto manca? Ancora un po’, dai… Manca poco e bisogna svegliarsi, si dorme un’ora in meno.

L’estate si avvicina, le giornate si allungano e marzo, puntuale, ce lo ricorda con l’orologio legale spostato di un’ora in avanti: dall’ora solare all’ora legale.

Il cambio avverrà tra Sabato 25 e Domenica 26: alle 2 di notte (che diventeranno le 3). Dormiremo un’ora in meno, ma vuoi mettere?

Il tramonto avverrà un’ora più tardi e godremo di un’ora di sole in più.

Un po’ di storia

Nell’antichità mica c’era gli orologi. Si navigava a vista, il sole ticchettava e fungeva da ‘stella polare’. I bioritmi erano fissati dall’alba e dal tramonto. La popolazione era contadina e ci sia alzava con le galline.

Nell’impero romano l’ora prima era sempre quella che seguiva il sorgere del sole, indipendentemente dall’istante cronologico in cui questo segno astronomico si verificasse.

Ecco, potremmo dire che, la contemporaneità, l’ora legale, segue l’andamento stagionale della luce del sole.

«Nel 1784, Benjamin Franklin, l’inventore del parafulmine, pubblicò un’idea sul quotidiano francese Journal de Paris. In queste riflessioni, Franklin si poneva l’obiettivo di risparmiare sulla spesa in candele ma, per la stravaganza delle proposte (come mettere un cannone in ogni via, che spari un colpo per svegliare gli abitanti), non trovarono seguito».

Nel 1895 l’entomologo neozelandese George Vernon Hudson espose le sue tesi alla Società Filosofica di Wellington, proponendo uno spostamento in avanti degli orologi di due ore.

William Willett, pochi anni dopo, provò a forzare in questo senso e nel quadro delle esigenze economiche provocate dalla Prima guerra mondiale: nel 1916 la Camera dei Comuni diede il via libera al British Summer Time, che implicava lo spostamento delle lancette un’ora in avanti durante l’estate. Molti paesi imitarono il Regno Unito in quanto in tempo di guerra il risparmio energetico era una priorità.

L’Italia cos’ha deciso sull’ora legale?

Si parla da anni della sua abolizione soprattutto per la pressione dei paesi del Nord Europa che spingono in questa direzione. Dal loro punto di vista geografico non vedono un beneficio nel cambio dell’ora.

Per contro, ai paesi sulle sponde del Mediterraneo conviene.

«Il cambio d’ora è un beneficio ambientale, perché in Italia per produrre i chilowattora si usano ancora troppi combustibili fossili: il metano, e in misura modesta anche il carbone, rappresentano circa i due terzi della produzione elettrica italiana. Ma il risparmio di chilowattora diventa un beneficio ambientale considerevole soprattutto per Paesi che marciano a tutto carbone, come la Polonia o la Germania»

Salute e ora legale

Attacchi di cuore, depressione e lesioni aumentano statisticamente nei primi giorni dell’ora legale.

Da uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine si nota un sostanziale aumento di incidenza, durante il cambio di ora, dell’infarto miocardico.

«Più di 1,5 miliardi di uomini e donne sono esposti alle transizioni coinvolte nell’ora legale: far avanzare gli orologi di un’ora in primavera e indietro di un’ora in autunno. Queste transizioni possono interrompere i ritmi cronobiologici e influenzare la durata e la qualità del sonno, e l’effetto dura per diversi giorni dopo i turni».

Per calcolare il rapporto di incidenza si è confrontata l’incidenza di infarto miocardico acuto durante ciascuno dei primi 7 giorni dopo la transizione primaverile o autunnale e la media delle incidenze nei giorni feriali corrispondenti a 2 settimane prima e 2 settimane dopo il giorno di interesse.

Si sono utilizzati i dati del registro svedese dell’infarto miocardico acuto, che fornisce informazioni di alta qualità su tutti gli infarti miocardici acuti nel paese dal 1987. Sono stati calcolati i rapporti di incidenza, come misure del rischio relativo, e gli esatti intervalli di confidenza del 95%.

L’incidenza di infarto miocardico acuto è aumentata significativamente per i primi 3 giorni della settimana dopo il passaggio all’ora legale in primavera.

Il rapporto di incidenza per la prima settimana dopo il turno primaverile, calcolato come incidenza per tutti i 7 giorni divisa per la media delle incidenze settimanali 2 settimane prima e 2 settimane dopo, era 1,051 (intervallo di confidenza 95% [IC], da 1,032 a 1,071 ).

Al contrario, dopo il passaggio dall’ora legale in autunno, solo il primo giorno della settimana è stato influenzato in modo significativo ( Figura 1B ); il rapporto di incidenza per l’intera settimana è stato di 0,985 (95% CI, da 0,969 a 1,002).

L’effetto del passaggio primaverile all’ora legale sull’incidenza dell’infarto miocardico acuto è stato in qualche modo più pronunciato nelle donne che negli uomini.

La spiegazione più plausibile è l’effetto negativo della privazione del sonno sulla salute cardiovascolare. Secondo studi sperimentali, questo effetto avverso include la predominanza dell’attività simpatica e un aumento dei livelli di citochine proinfiammatorie

Ragionare col cuore

Consigli per evitare problemi? Prendere un po’ di sole e guardare un po’ meno la sveglia. Il nostro cervello ha una sorta di orologio interno. Quando è fuori scala, la luce del sole può risincronizzarlo.

La sera vanno spente presto le luci a LED e gli schermi dei video per poter dormire bene ed evitare lo sfalsamento circadiano.

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