Sono 800 milioni le persone obese nel mondo e 828 milioni quelle che soffrono la fame.
Vorremmo poter evitare di entrare nelle questioni etiche derivanti da tale sbilanciamento paradossale e concentrarci, invece, sull’epidemia a primo sguardo davvero assurda che colpisce un gran numero di persone che vivono nei paesi ricchi.
Epidemia
Assistiamo a una sorta di epidemia di obesità. Epidemia che incide sulla qualità della vita e aumenta la probabilità di comorbilità e ricovero conseguente con enormi ricadute economiche e sociali.
Teniamo conto che il numero di obesi nel mondo è triplicato a partire dal 1975. E negli ultimi 40 anni, in molti Paesi, si è osservato un aumento della prevalenza di sovrappeso nei bambini.
«Nel 2019 erano 38 milioni i bambini di età inferiore ai 5 anni in eccesso ponderale. Nel 2016 erano in sovrappeso od obesi oltre 340 milioni tra bambini e adolescenti di età compresa tra 5 e 19 anni. Si stima che l’obesità infantile aumenterà del 60% nel prossimo decennio, raggiungendo i 250 milioni di casi entro il 2030».
In Europa è il Regno Unito ad avere il tasso di obesità più alto; queste le cifre:
- 28,1% degli adulti obesi,
- 63,4% in sovrappeso.
Secondo gli esperti di salute, in 20 anni il numero di adulti obesi britannici potrebbe raggiungere i 26 milioni, causando così anche un aumento di oltre un milione di casi di diabete di tipo 2, malattie cardiache e cancro.
Obesità e diabete
L’obesità può incrementare vertiginosamente (l’80-85%) il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. L’obesità centrale o addominale è particolarmente ad alto rischio, in quanto il grasso addominale induce le cellule adipose a rilasciare sostanze chimiche pro-infiammatorie che possono rendere il corpo meno sensibile all’insulina e interrompere la funzione delle cellule sensibili alla stessa sostanza.
In Italia?
In Italia, ci sono circa 5 milioni di persone con diabete e 6 milioni con obesità, due condizioni correlate che aumentano il rischio di malattie cardiovascolari e tumori.
L’adozione di una dieta equilibrata e di un regolare esercizio fisico quotidiano sono fondamentali per prevenire e trattare entrambe le condizioni.
Il rapporto congiunto dell’Oms e dell’Ocse “Step up” è giunto alla seguente conclusione: aumentando l’attività fisica a 150 minuti a settimana, si potrebbero evitare nella Ue entro il 2050 3,8 milioni di casi di malattie cardiovascolari, 1 milione di casi di diabete di tipo 2 e oltre 400.000 casi di tumori diversi.
Uno stile di vita corretto caratterizzato da una costante attività fisica, associata a una dieta sana e adeguata, rappresenta il primo e fondamentale requisito per il trattamento delle due forme di diabete.