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Nudge, la spinta gentile 

Scegliere di cambiare comportamento

Sapere di non sapere sta alla base della dotta ignoranza, un presupposto filosofico nobilissimo. Non sapere di non sapere è ignoranza e basta. 

Io non sapevo, non ne avevo mai sentito parlare, non avevo letto nulla e pensavo che ‘nudge’, in inglese, stesse per noce.  

Sono stato invitato a partecipare a un Convegno, a Venezia, organizzato dalla Europe Direct Venezia Veneto e dall’Ateneo Veneto Shylock C.U.T. di Venezia.  

Il tema?  

Ri-Abitare l’Europa con le nuove energie. 

Tra le ospiti, la Dottoressa Irene Ivoi, Designer, impegnata da anni (molto prima che fosse di moda) sull’ economia circolare, sulla sostenibilità. Il titolo del suo intervento verteva sul ‘Cambiare comportamento con la spinta gentile’.  

Spinta gentile è la traduzione esatta di nudge, altro che noci e noccioline. E al nudge Irene Ivoi ha dedicato anche il suo Tedx

Cos’è il Nudge? 

È un vocabolo e, soprattutto, una prospettiva che deriva dall’economia comportamentale e dalla psicologia, portato alla ribalta da due studiosi americani: Sunstein e Thaler. 

Le norme sono importanti, perché producono cambiamento (anche attraverso la coercizione) ma non sempre riescono ad avere successo e poi attivare comportamenti attenti e rispettosi. Ma soprattutto Convinti. 

Le leggi e le sanzioni hanno un ruolo innegabile nelle nostre società ma, la consapevolezza e l’impegno cosciente sono molto più efficaci, sia per il soggetto che lo promuove sia per il risultato atteso. 

Un cittadino consapevole e persuaso può contare ben più di uno obbligato, questa può essere una buona sintesi dell’approccio nudge. 

Ma come si passa dall’obbligo alla volontarietà? Attraverso spinte dolci (o gentili) che possano determinare il cambiamento che così non si impone, si sceglie. 

Come si declina questa spinta?  Con le parole, certo, non con la forza e neanche con il denaro.  

Come diceva Francesco d’Assisi ai suoi discepoli che volevano evangelizzare il mondo: «Se serve fatelo anche con le parole». 

Esempi? 

C’è un problema che necessita un cambiamento comportamentale radicale. Come si agisce? 

Si scrivono dei cartelli per attenzionare sul tema in questione, si fanno spot informativi alla TV.  

Ovvero si può specificare che lo stesso problema è stato risolto dai vicini grazie al cambiamento del proprio comportamento. Quindi, anche per mezzo di una comunicazione verbale o scritta che mi arriva sulla scrivania ed è indirizzata proprio a me, c’è scritto proprio il mio nome: «Gentile Davide, sei stato selezionato, non a caso, per la tua sensibilità sul tema in questione. Aiutaci a risolverlo nel miglior modo possibile. Contiamo sul tuo carisma nel provare a coinvolgere anche i tuoi colleghi. Per ogni chiarimento, contattaci. Grazie». 

Senza saperlo ho vissuto di recente un cambiamento nudge in un negozio di abbigliamento sportivo. In un bidone vicino alle casse era possibile lasciare la bottiglia d’acqua di plastica e ritirare una borraccia in alluminio. Nessun obbligo, nessuna spiegazione, la spinta gentile l’ho sentita e provata sulle spalle. 

Qui il suo sito con il blog Diario di nudge e una breve intervista alla Dottoressa Ivoi.

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