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Integratori per la prevenzione di malattie

Quali funzionano e quali no?

Si parte sempre da una base per raggiungere l’altezza. Questo l’assunto di partenza:

«Le malattie cardiovascolari e il cancro sono le 2 principali cause di morte negli Stati Uniti e l’integrazione di vitamine e minerali è stata proposta per aiutare a prevenire queste condizioni».

È questo l’incipit di una meta-analisi pubblicata sul sul Journal of the American College of Cardiology dal titolo evocativo:

«Integratori vitaminici e minerali per la prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari e del cancro. Rapporto aggiornato sulle prove e revisione sistematica per la task force sui servizi preventivi degli Stati Uniti».

Sul tema avevamo già pubblicato un articolo a novembre 22, un’intervista a Mattia Farris, studente di biologia molecolare.

Lo abbiamo interpellato di nuovo, l’argomento ci pare molto interessante.

Mattia cosa puoi dirci di nuovo sugli integratori come strumento di prevenzione?

«Nel nuovo paper della JAMA (Journal of the American College of Cardiology) sono stati esaminati 884 studi in materia (più di 883.000 soggetti coinvolti) e gli scienziati sono riusciti a identificare diversi micronutrienti capaci di ridurre il rischio di patologie cardiovascolari, così come altri che non offrono invece alcun beneficio o addirittura possono portare a effetti negativi».

Come mai non lo si sapeva prima?

«Fino a questo momento la ricerca sull’integrazione di micronutrienti si era concentrata principalmente sugli effetti sulla salute di una o poche vitamine e minerali. Nel caso di questo meta-studio sono stati esaminati molti più micronutrienti e i loro effetti sulle malattie cardiovascolari».

Dati, siamo affamati di dati positivi

«Eccoli. Una forte evidenza di effetti positivi a livello cardiovascolare li possono determinare:

  • gli Omega-3 (ridotta mortalità per malattie cardiovascolari),
  • l’acido folico (ridotto rischio di ictus),
  • il coenzima Q10 (ridotta mortalità per tutte le cause).

Anche altri composti, in verità, hanno mostrato una riduzione del rischio per le malattie cardiovascolari ma non tutti i supplementi sono stati utili.

Nessun beneficio è stato riscontrato per l’assunzione delle vitamine C, D, E, come del Selenio. Gli integratori con beta carotene hanno addirittura aumentato la mortalità per tutte le cause».

Della vitamina E avevamo sentito dire un gran bene…

«Già una revisione pubblicata su JAMA mostrava che la vitamina E non previene le malattie cardiovascolari e il cancro e il beta carotene è addirittura associato a un aumentato rischio di morte per malattie cardiache.

Prove limitate suggeriscono anche che alcuni integratori possono essere associati a un rischio più elevato di danni gravi come:

  • frattura dell’anca (vitamina A),
  • ictus emorragico (vitamina E)
  • calcoli renali (vitamina C, calcio).

Quindi alcuni integratori vitaminici possono essere addirittura dannosi, non solo inutili…

E a proposito di integratori e prevenzione dell’invecchiamento cerebrale?

«Antiossidanti e multivitaminici vari sono stati anche prescritti e impiegati con lo scopo di rallentare l’invecchiamento cerebrale. È una moda parecchio diffusa.

Il fatto è che la composizione tipica di un multivitaminico di questo tipo include diverse sostanze come la vitamina C, la vitamina E, il betacarotene e la vitamina A, spesso combinate a vitamine del gruppo B che potrebbero favorire una maggior protezione neuronale.

I benefici dei multivitaminici sulle performance cognitive non sono tuttavia mai stati dimostrati.

Al contrario, un ampio studio randomizzato in doppio cieco, disegnato per valutare l’efficacia di questi integratori sulle abilità mentali in un campione di circa 6.000 persone cognitivamente sane, ha evidenziato già all’inizio la totale assenza di benefici rispetto al placebo nel migliorare memoria e concentrazione in un periodo di osservazione di oltre 10 anni (studio pubblicato su Annals of Internal Medicine).

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