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Cibo come medicina? 

Il cibo è molto più che una ‘medicina’ da inghiottire, come una pasticca accompagnata da un sorso d’acqua e solo quando si sta male. 

Il cibo è (dovrebbe essere): gioia, socialità, gusto, cultura, fantasia, festa, oltre che nutrimento, sostanza irrinunciabile, base del benessere. 

Va da sé che l’assunzione di cibi non proprio consoni alla salute possa portare (assieme ad altri fattori legati allo stile di vita) a una diminuzione o a una perdita del fragile equilibrio omeostatico. 

Al di là del DNA ereditato, gli stili di vita incidono profondamente sul benessere individuale e collettivo, più di quanto si pensi.  

Esiste e si riscontra una relazione diretta tra l’insorgenza della malattia e lo stile di vita, l’alimentazione. 

Il caso del diabete è emblematico: i farmaci possono controllare la concentrazione dello zucchero nel sangue, la glicemia, ma non possono molto se la persona che ne è affetta non è disposta a modificare anche il proprio stile di vita. 

E che dire di altre malattie molto diffuse come: 

  • Colon irritabile 
  • reflusso gastroesofageo  
  • ipercolesterolemia 
  • ipertensione arteriosa

Su quest’ultima, prima di ricorrere al farmaco regolatore non sarebbe utile magari: ridurre lo stress,  il peso corporeo e modificare l’alimentazione per poter controllare meglio la pressione? 

Sia la malattia che la ricerca del benessere possono e devono essere affrontate sempre considerando anche il cibo. 

Non può esistere salute senza una corretta alimentazione 

Mangiare è un atto che compiamo più volte ogni giorno per tutta la nostra vita, un uomo di 80 anni ha ingerito da quando è nato tra le 40 e le 50 tonnellate di cibo!  

La tradizione aiuta, certo, ma non è sufficiente. 

«Gli interventi dietetici hanno il potenziale per trattare un’ampia varietà di condizioni e malattie croniche, ma generare una forte evidenza e un quadro per la loro integrazione nei sistemi sanitari sarà fondamentale per la loro efficacia». 

Comincia con questa dichiarazione un recente editoriale della rivista Nature Medicine

Oltre a fare riferimento a diversi studi interessanti e che affronteremo magari nel dettaglio nei prossimi contributi di Vita e Salute WEB, per quanto riguarda l’impatto della dieta sulle malattie cardiometaboliche, l’editoriale si concentra sugli sforzi di comunicazione messi in atto dall’amministrazione Biden e da alcuni privati, e sull’importanza del cibo sano.  

Investimento 

Il concetto che una dieta sana promuova la buona salute non è certo nuovo, ma non è né facile e né tantomeno scontato che questo assioma arrivi in modo capillare alla vasta base della popolazione. 

Urge, dunque, investire risorse ingenti, oltre che profondere impegno a tutti i livelli. 

L’amministrazione USA ha recentemente annunciato un investimento di 8 miliardi di dollari per supportare questi obiettivi e ha previsto sovvenzioni per ridurre l’insicurezza alimentare, per promuovere la nutrizione sana e per finanziare la ricerca sulle interazioni tra cibo e salute. 

Anche i privati come la Rockefeller Foundation e l’American Heart Association vogliono investire sulla ricerca “Food Is Medicine”. 

Alimentazione e Salute 

Si vuole migliorare la salute generale attraverso l’alimentazione.  Esempi? 

Pasti personalizzati e calibrati dal nutrizionista per soddisfare le esigenze specifiche della persona, per prevenire e curare (fuori dalle strutture ospedaliere e senza ricorrere a interventi medici) malattie come il diabete, l’insufficienza cardiaca e malattie epatiche croniche.  

L’obiettivo, oltre al benessere individuale, è chiaro: ridurre il numero di visite al pronto soccorso e il ricorso a medicinali per abbassare così le ingentissime spese sanitarie e sociali nazionali. Prevenire è meglio che curare e conviene a tutti. 

Consulenza nutrizionale 

Un altro esempio di intervento del programma consiste nel tentare di migliorare la dieta con “generi alimentari su misura medica”. Uno degli obiettivi del programma “Food Is Medicine” è quello di fornire consulenza nutrizionale per fare la spesa. Uno studio ha dimostrato che la proposta di consulenza nutrizionale che ha promosso la dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension) ha permesso un rilevante abbassamento generale della pressione sanguigna.  

Educazione alimentare 

Un altro obiettivo è quello di educare le giovani generazioni al consumo giornaliero di frutta e verdura freschi.  

Da un punto di vista scientifico, funziona! 

«Lo studio DiRECT ha dimostrato che la gestione intensiva del peso grazie a un programma dietetico prescritto per 12 mesi, integrato nell’ambito delle cure primarie di routine, ha portato alla remissione del diabete di tipo 2 in quasi la metà di tutti i partecipanti che hanno ricevuto l’intervento».  Il cibo funziona anche come medicina! 

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