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Acido Ialuronico 

Una sveglia per le cellule staminali e la riparazione muscolare

  • Acido Ialuronico 
  • Cellule staminali 
  • Riparazione muscolare 
  • Science 

Si fa un gran parlare dell’acido ialuronico, non c’è crema, pomata o integratore rimbalzante negli spot che non si appelli alle sue proprietà mirabolanti. 

Acido ialuronico per le rughe, per i problemi articolari… 

Che cos’è l’acido ialuronico? 

È una sostanza prodotta naturalmente dal nostro organismo con lo scopo di idratare e proteggere i tessuti

Rappresenta uno dei principali componenti del tessuto connettivo, una sorta di gel compatto nel quale ‘nuotano’ il collagene e l’elastina. 

La sua scoperta nell’umor vitreo dell’occhio e il relativo battesimo nominale, nonché il suo utilizzo, risalgono agli anni ‘70.  

Veniva inizialmente estratto dalla cresta del gallo (sarà per questo che risveglia?), oggi lo si ricava dai batteri.  

Science 

Uno studio recentissimo pubblicato dalla rivista Science rivela che l’acido ialuronico potrebbe risvegliare le cellule staminali e far loro avviare la riparazione muscolare.  

Come funziona?  

Ce lo traduce il Dottor Federico Pio Fabrizio (IRCCS Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, Laboratory of Oncology Postdoctoral researcher Epigenetic characterization in lung tumors). 

«L’acido ialuronico è un componente fondamentale dei tessuti connettivi dell’uomo e degli altri mammiferi. Presente nella pelle, cartilagine e tanto altro, è ampiamente utilizzata in creme, cosmetici, ma non solo.  

È ben noto anche nel trattamento dell’osteoartrosi e svolge un ruolo chiave nel controllare la riparazione dei danni muscolari.  

Il suo meccanismo d’azione, finora non completamente chiarito, è stato studiato da un team di ricerca canadese che, per la prima volta, ha descritto una via di comunicazione cellulare unica che controlla la riparazione muscolare.  

Ma in che modo?  

La molecola chiave che gestisce questa interazione è l’acido ialuronico.  

Infatti, quando i muscoli vengono danneggiati, è importante che le cellule immunitarie entrino rapidamente nel tessuto e rimuovano il danno prima che le cellule staminali inizino la riparazione.  Lo studio fondamentalmente mostra che le cellule staminali muscolari sono pronte a iniziare subito la riparazione, ma le cellule immunitarie le mantengono in uno stato di riposo mentre completano il lavoro di pulizia.  

Dopo circa 40 ore, una volta terminato tale lavoro, scatta un allarme interno alle cellule staminali muscolari, che consente loro di svegliarsi e iniziare la riparazione.  

L’acido ialuronico è un ingrediente chiave in questa sveglia interna che comunica alle cellule staminali muscolari quando svegliarsi, appunto.  

In particolare, quando si verifica un danno muscolare, le cellule staminali iniziano a produrre e a rivestirsi di acido ialuronico.  

Una volta che il rivestimento diventa abbastanza spesso, blocca il segnale di riposo mediato dalle cellule immunitarie e provoca il risveglio delle cellule staminali muscolari.  

Il team ha inoltre scoperto che le cellule staminali muscolari controllano la produzione di acido ialuronico mediante una variazione dei livelli di espressione genica del gene Has2 (meccanismi deregolati a livello epigenetico).  

Gli autori dello studio hanno dunque osservato che l’effetto rigenerativo dell’acido ialuronico sembra dipendere dalla sua produzione da parte delle cellule staminali muscolari.  

Riassumendo 

  1. «L’invecchiamento è associato all’infiammazione cronica, alla debolezza muscolare e a una ridotta capacità delle cellule staminali muscolari di svegliarsi e riparare i danni.  
  1. Se potessimo trovare un modo per migliorare la produzione di acido ialuronico nelle cellule staminali muscolari delle persone anziane, potremmo quindi favorire la riparazione muscolare. 
  1. Alcuni farmaci che modificano l’espressione genica delle cellule staminali muscolari potrebbero aiutarci ad aumentare la loro produzione di acido ialuronico».  

Che spettacolo la ricerca! 

Chi ricerca sbatte per forza di cose sul perimetro della sua conoscenza limitata e sposta il margine un pochino più in là. 

Ma, come diceva Margherita Hack: «Il divertimento della ricerca scientifica è anche trovare sempre altre frontiere da superare, costruire mezzi più potenti d’indagine, teorie più complesse, cercare sempre di progredire pur sapendo che probabilmente ci si avvicinerà sempre di più a comprendere la realtà, senza arrivare mai a capirla completamente».  

Avanti. 

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