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Pietro Bartolo, malgrado tutto

Il sale del mare dà sapore all’umanità

Pietro Bartolo è stato Dirigente medico al Presidio di Lampedusa, per molti anni in prima linea, ai limiti del mare blu.

Dal 1988 al 1993 è stato anche sindaco e assessore alla sanità del comu- ne di Lampedusa e Linosa. Nel 2016 ha preso parte al documentario Fuo- coammare di G. Rosi. Insignito di numerose onorificenze, tra cui il titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana nel 2014. Ha scritto i libri: Lacrime di sale. La mia storia quotidiana di medico di Lampedusa fra dolore e speranza (2016, con L. Tilotta), Le stelle di Lampedusa. La storia di Anila e di altri bambini che cercano il loro futuro fra noi (2018). Nel 2019 è stato eletto al Parlamento europeo e siamo stati collegati dal suo ufficio.

Un conto è sentirne parlare, leggere un post, gustare uno spezzone di video, un altro è poterlo guardare negli occhi.

Tutta un’altra cosa, un’emozione forte. Noi lo abbiamo incontrato, visto, ascoltato. Pietro Bartolo è un uomo, un uomo libero e libera- to, un medico che assiste alla rottura delle acque e fa nascere (ginecologo), un cittadino impegnato ai bordi del mare per fare rinascere.

Un italiano d’altri tempi, siciliano dell’arcipela go delle isole che costeggiano l’isola grande,
uno che conosce le tempeste di tutti. Pietro è stato naufrago –non lo sapevamo- e rivive la
sventura dei naufraghi senza volto e dei disperati che salpano per non morire.

Queste le nostre domande:

  • Medico chirurgo, medico a Lampedusa, assessore e vicesindaco, vincitore di un Oscar, scrittore, e tante altre cose ancora. Pietro Bartolo, un uomo-umano, le basta come descrizione di sé?
  • Pietro, il suo viso mi è rimasto stampato addosso quando era mescolato tra gli sguardi dei disperati, migranti, sbarcati a Lampedusa, nella ressa del centro di accoglienza. Leggo una parabola del Vangelo e penso anche a lei. Il sacerdote e il levita che incontrano il malcapitato; un incontro fortuito, che non avevano pianificato, anche il samaritano lo incontra accidentalmente. È per caso che si diventa prossimi del sofferente e non lo si salta oltre? Com’è che Bartolo Pietro è diventato Bartolo Pietro?
  • Lei è stato di recente sul mare di indifferenza di Lipari, sulla frontiera asciutta tra Bosnia e Croazia, lei ha riempito quel mare con le sue lacrime e le ha finite. Ci descrive la situazione?
  • «Se abbiamo saputo affrontare il coronavirus, dobbiamo essere in grado di dare risposte rispettose dei diritti umani anche a chi bussa alla porta dell’Europa. Anche per il fenomeno della migrazione si devono trovare soluzioni adeguate e dignitose» queste le sue parole. Ma cosa si può fare davvero?
  • Da europarlamentare quali battaglie sta conducendo? Si ritrova spesso a che fare con sacerdoti e leviti in senso lato e largo?
  • Le povere persone, come me, credono che l’accoglienza sia un dovere ma ci si può limitare a questo visti i limiti non solo economici ma anche territoriali? Che mondo sogna Pietro Bartolo, per che mondo lavora e si impegna?
  • Per ultima, una nota, una sensazione sulle nuove generazioni. Non ci sono più i giovani di una volta (sono diventati vecchi), ma questo nostro mondo è ancora o può diventare un Paese per giovani?
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