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Petrodollari

I grandi profitti delle Multinazionali durante la crisi climatica

Se aumenta la domanda, l’offerta alza il prezzo, va da sé, è la regola principale del commercio. Il suo motore a scoppio.

Pare che le grandi Big Oil Company abbiano avuto un incremento di profitti mostruoso in questo ultimo anno solare.

Il riscaldamento globale.

L’obiettivo urgente di ridurre l’impatto degli idrocarburi sul clima… Solo chiacchiere?

Qualche domanda all’amico Rudi Bressa, giornalista ambientale e scientifico che collabora con varie testate nazionali e internazionali, è venuta naturale.

Rudi, ti occupi da anni di cambiamenti climatici, transizione energetica, economia circolare e conservazione della natura.

Sono stati davvero ‘affari d’oro’ per LORO?

«Inutile girarci intorno. Le Big Oil Company continuano a fare affari d’oro grazie alla crisi energetica. Minando in questo modo tutti gli sforzi di contrasto alla crisi climatica».

Qualche numero?

«Il 2022 è un anno record di profitti per Shell che ha raddoppiato gli utili rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 39,9 miliardi di dollari.

I più alti dei suoi 115 anni di storia.

ExxonMobil ha comunicato utili record pari a 55,7 miliardi nel 2022, oltre due volte il risultato del 2021.

Bp, dal canto suo, in soli tre mesi da luglio a settembre, ha più che raddoppiato a 8,2 miliardi gli utili. Nel 2022 Bp ha toccato i 28 miliardi.

Nel frattempo, ha deciso di “ritoccare” gli obiettivi climatici: la produzione calerà solo del 25% rispetto al 40% dei precedenti impegni entro il 2030.

Allo stesso tempo ha ridotto le sue ambizioni per ridurre le emissioni delle fossili vendute al 20-30% entro il 2030, rispetto al precedente obiettivo del 35-40%. Prevedendo una crescita nella produzione almeno per i prossimi 7 anni».

Ancora con i combustibili fossili?

«Sì, certo.

Il tutto sta avvenendo in palese contraddizione con il fatto che c’è un ampio consenso scientifico sull’ipotesi che lo sviluppo di nuovi giacimenti di petrolio e gas sia ‘incompatibile’ con l’obiettivo di 1,5°C».

Leggo che le quote delle rinnovabili crescono, comunque…

«Le soluzioni come eolico e solare, in rapidissima espansione, non lasciano spazio a nuove estrazioni di petrolio e gas. Ma sarebbe necessario reinvestire quei 570 miliardi di dollari di nuovi investimenti previsti per le fossili.

Già nel 2021, Fatih Birol, a capo dell’Agenzia internazionale dell’energia, disse:

«Se i governi prendono sul serio la crisi climatica, non possono esserci nuovi investimenti in petrolio, gas e carbone. A partire da ora, da quest’anno».

Prendiamola sul serio allora! Ora!

Se sei interessato all’impatto degli idrocarburi sul clima dai un’occhiata ai nostri articoli Green.

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