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Farine di insetti. Un rischio per la salute?

Balle immortali #1

Si discute, a livello europeo, sull’impiego alimentare della farina di grillo. Questa apertura ha destato scalpore tra alcuni politici italiani.

Ne parliamo con due biologi molecolari: Federico Pio Fabrizio e Aureliano Stingi.

«Quando si parla di cibo, in Italia, si vanno sempre a toccare nervi abbastanza scoperti. Abbiamo una tradizione alimentare molto forte e siamo anche molto gelosi del nostro patrimonio culinario. Da un punto di vista politico o mediatico si sfrutta questa paura per veicolare messaggi di un certo tipo.

In realtà, l’introduzione di queste farine derivate di insetti non mina in alcun modo il patrimonio gastronomico italiano. La dieta mediterranea, comunque, ha già subito delle modifiche e delle contaminazioni negli ultimi anni. Il fatto è che una eventuale integrazione deve andare a inserirsi in un contesto sia di cambiamento climatico ma anche di evoluzione del modo di alimentarsi, rispondendo ad alcune delle domande possibili alle quali dovremmo far fronte nel futuro prossimo».

Quali domande?

«Ad esempio: la crescente necessità di proteine, che nel caso degli insetti potremmo paragonare a quelle animali. Le proteine ricavate dagli insetti sono complete, dal punto di vista degli amminoacidi e, quindi, non sarebbe necessario andarle a compensare con integratori o con altri amminoacidi. Le proteine derivate dagli insetti contengono tutto lo spettro amminoacidico».

Ci sono delle sostanze tossiche, velenose o delle parti di insetti effettivamente non digeribili?

«Allora, il fatto che alcune parti degli insetti non siano digeribili, in realtà, può essere positivo. Perché, pongo un esempio: nelle parti delle piante dei vegetali che noi consumiamo, ce ne sono alcune non digeribili, come ad esempio la parte di cellulosa.

Questa transita all’interno dell’intestino e ha un’azione pulente. Non viene digerita e i medici consigliano di consumare tanta verdura.

Alcune parti di insetto non vengono digerite, in maniera simile alla cellulosa, e quindi hanno anche loro diciamo un’attività importante per l’intestino. Per quanto riguarda, invece, le sostanze tossiche o dannose gli insetti non ne contengono di particolari.

Va tenuto conto che gli insetti vengono consumati da milioni di anni. Alcune popolazioni li consumano regolarmente, senza alcun problema».

Entra in gioco la paura dell’ignoto che alimenta la disinformazione…

Gli ormoni?

«Gli insetti possiedono degli ormoni, al pari delle piante e degli altri animali. Gli ormoni vengono digeriti dal nostro apparato allo stesso modo nel quale viene digerito il manzo, la carne di pollo, il pesce, ecce.

È assolutamente normale trovare all’interno degli esseri viventi degli ormoni e quindi non c’è nessun problema nemmeno con quelli di insetto».

A livello ambientale?

«Questa possibile alimentazione a base di insetti potrebbe essere la soluzione a tanti problemi che affliggono l’umanità, il pianeta, la terra in cui viviamo. Ridurre le emissioni, il consumo di acqua e suolo e nello stesso tempo, darebbe al nostro organismo la quantità di proteine di alta qualità, di acidi grassi e di micronutrienti fondamentali di cui, credo, ne abbiamo bisogno.

Un bisogno non solo ‘nostro’ ma molto allargato. Ci sono popolazioni, i famosi paesi in via di sviluppo, nei quali la domanda di proteine e di nutrienti di qualità aumenta ma non è sempre compensata dalla produzione locale; quindi, l’insetto potrebbe veramente essere una soluzione per questi paesi ad alta crescita che ambiscono al sogno e anche al diritto di avere dei nutrienti qualitativi».

L’articolo è tratto dal podcast disponibile su Spotify.

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