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Cosa c’è per cena? Alghe! 

I modelli alimentari più diffusi sono insostenibili per il pianeta. Non solo ‘non ci sono più le mezze stagioni’ ma il clima intero pare non essere più stabile e facilmente prevedibile. 

Chi ragiona prova a interrogarsi sulle possibili soluzioni da adottare, anche in merito alla nutrizione. Le microalghe potrebbero rappresentare il futuro, un superfood sostenibile in un mondo in rapida evoluzione. 

Secondo uno studio pubblicato il 19 gennaio del 2023 da Frontiers Science Communications: “Sviluppo di alghe come fonte di cibo sostenibile” questa potrebbe essere una fonte alimentare da esplorare con attenzione. 

Presupposti 

La demografia mondiale è in aumento, gli umani sul pianeta sono circa 8 miliardi. 

I cambiamenti climatici, gli impatti ambientali… minacciano la sicurezza alimentare. 

Le microalghe e altri organismi microscopici vegetali potrebbero risultare utili nel campo della nutrizione umana e animale. 

Fonti, queste, più sostenibili rispetto agli attuali sistemi agricoli. 

Cosa dice la ricerca

I ricercatori dell’Università della California, San Diego (UCSD), ritengono che le alghe potrebbero fare al caso nostro proprio per l’alto contenuto proteico.  

Le microalghe sono state fin qui studiate come fonte di biocarburante grazie al loro alto contenuto di lipidi o grassi, ma se potessero far ‘marciare’ in modo efficiente anche la sofisticatissima ‘macchina umana’? 

«Molti di noi conoscono da anni il potenziale delle alghe come cibo e ci lavorano come fonte alimentare, ma ora, con il cambiamento climatico, la deforestazione e una popolazione di otto miliardi di persone, quasi tutti si rendono conto che il mondo semplicemente deve diventare più efficiente nella produzione di proteine», 

Ha affermato il Dr Stephen Mayfield, professore di biologia presso l’UCSD e direttore del California Center for Algae Biotechnology

Già in uno studio del 2014 si era scoperto che le alghe possono produrre annualmente una biomassa 167 volte più utile del mais utilizzando la stessa quantità di terra.  

Altri modelli prevedono che i ceppi di alghe esistenti potrebbero potenzialmente sostituire il 25% del consumo europeo di proteine ​​e il 50% del consumo totale di olio vegetale se coltivati ​​su terreni disponibili che non sono attualmente utilizzati per colture tradizionali. 

Coltivazione delle alghe e consumo di acqua dolce

Alcune alghe possono essere coltivate in acqua salmastra o salata e, in almeno un caso, in acque reflue di un’attività casearia, il che significa che l’acqua dolce può essere riservata ad altre esigenze. Dal punto di vista nutrizionale, molte specie algali sono ricche di vitamine, minerali e soprattutto macronutrienti essenziali per la dieta umana, come aminoacidi e acidi grassi omega-3. 

Quali alghe per l’alimentazione umana? 

Nel documento, gli autori dell’UCSD descrivono i vari strumenti scientifici disponibili per produrre i tratti più desiderabili per un prodotto algale commercialmente valido.  

Si è scoperto che l’astaxantina (una molecola carotenoide naturale che non può essere trasformata in vitamina A dall’organismo) è un pigmento antiossidante presente in alcune microalghe capace di offrire vari benefici per la salute, attraverso mutazioni genetiche mirate.  

Un altro esperimento mutageno è stato in grado di aumentare sia la resa della biomassa che il contenuto proteico per un diverso ceppo di alghe, se coltivato in un semplice succo di sorgo dolce a basso costo. 

La giornalista del Corriere Eliana Liotta, con la consulenza scientifica di Enzo Spisni, docente di Fisiologia della nutrizione all’Università di Bologna ha di recente pubblicato una tabella molto immediata in merito ai vantaggi dell’utilizzo delle microalghe: 

  • COSUMO DI CO2 

Per ogni chilo di alghe prodotte in acquacoltura vengono assorbiti 2 chili di CO2.  Fa specie pensare che per ottenere 200 grammi di carne di manzo vengano invece emessi in media 12-17 chili di CO2. 

  • OMEGA 3  

Alcuni tipi di verdure acquatiche possiedono gli stessi omega 3 del pesce, quelli a lunga catena (DHA ed EPA): ne sono ricche la Nori, ampiamente utilizzata nella preparazione del sushi, e la Kombu, che si trova in commercio in fogli pressati oppure sbriciolata. 

  • IODIO  

Le alghe hanno il potassio, il selenio e anche lo iodio, un minerale che riusciamo ad assumere soprattutto dagli organismi del mare.  

  • ANTI-FAME  

Altro punto a favore è la presenza abbondante di fibra, che è cruciale per la salute dell’intestino e dell’organismo in generale. Ci sono ricerche, tra l’altro, che mostrano come gli alginati, fibra solubile presente nelle alghe brune come Kelp e Wakame, potrebbero aiutare a controllare l’appetito. 

  • PORZIONI  

Le alghe potrebbero essere un ingrediente da inserire nei menù, ma non per tutti e non ogni giorno. Per esempio, la British Dietetic Association raccomanda di non superare una porzione (da 200 grammi circa) di alghe alla settimana. 

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