In questo numero il secondo contributo del Dr. Marco Paoli, Odontoiatra e Sedazionista dello Studio Paoli Dental Center di Venezia Mestre.
Patologia silenziosa
Pochi tra noi italiani sanno cosa sia la parodontite, una patologia per certi versi subdola e nella maggior parte dei casi anche silenziosa, che si manifesta con sintomi lievi che vengono spesso sottovalutati dal paziente.
Le statistiche accreditate rivelano che la parodontite coinvolge 6 italiani su 10, e di questi solo il 50%, accusando qualche lieve sintomo, si reca dal dentista generico per una visita di controllo. Solo in Italia stiamo parlando di almeno 7 milioni di persone.
I sintomi
Tra i segni e i sintomi più comuni si riscontrano:
- il gonfiore e il sanguinamento gengivale,
- alitosi,
- l’aumento della sensibilità termica,
- una leggera instabilità di uno o più elementi dentali
- la presenza di fatti acuti come ascessi, dolori alla masticazione e l’esfoliazione dell’organo dentale.
Danni all’organismo
La realtà è che la parodontite non si limita alla più o meno lenta distruzione dei tessuti di supporto dei nostri denti ma provoca anche danni a livello del nostro intero organismo, aumentando la prevalenza o aggravando e scompensando patologie primarie in organi anche ben lontani dalla nostra bocca.
Professionalità allargata
Oggi capita sempre più spesso che anche specialisti di altre branche come un Endocrinologo chieda un consulto ad un Parodontologo per migliorare il controllo di un diabete scompensato oppure, come a me capita spesso all’intercettare qualche tasca parodontale sanguinante, decido di misurare la pressione arteriosa al paziente scoprendo che questi è iperteso.
Si potrebbe essere indotti a pensare che possa essere la mia presenza a generare una crisi ipertensiva ma, per evitare ciò, sono solito chiedere alle mie assistenti di procedere con la misurazione proprio per rimuovere questo fattore dall’equazione.
Connessioni
Le specialità mediche erano in passato considerate molto diverse e, certamente, non interconnesse per il semplice motivo che si occupano di distretti molto (si passi il termine) “lontani” anatomicamente e/o funzionalmente tra loro ma l’organismo è uno, e come un’unica entità complessa va sempre considerato.
Molte connessioni logiche e rapporti di causalità diretta e indiretta stanno sorgendo da questi importanti confronti tra specialisti, con l’obiettivo finale non solo di provare a guarire il solo organo o tessuto coinvolto, ma di riportare allo stato di salute fisiologica l’intero organismo.
Quando il dentista generico mi invia un paziente parodontale, in prima visita indago accuratamente circa la presenza in famiglia di altri casi parodontali, chiedo informazioni sullo stile di vita del paziente, sulla sua alimentazione abituale, l’uso o l’abuso di sostanze tossiche come alcool e fumo, il tipo di attività o lavoro che esercita, il verificarsi di qualche importante e recente evento emotivo e personale che possa aver creato un disequilibrio psicofisico e quindi immunitario. È ovviamente fondamentale indagare sulla presenza di patologie sistemiche già conclamate come diabete o ipertensione e le eventuali annesse terapie farmacologiche in corso.
Parodontite e demenza senile
C’è correlazione tra parodontite e patologie sistemiche e addirittura tra parodontite e demenza senile, studi accurati lo dimostrano.
I patogeni parodontali possono raggiungere il sistema nervoso centrale e rilasciare citotossine pro infiammatorie capaci di oltrepassare la barriera ematoencefalica e contribuire indirettamente al peggioramento delle funzioni cognitive. È altresì vero che un paziente con indebolita agilità cognitiva avrà una riduzione della destrezza tecnica necessaria per le corrette manovre di igiene domiciliare con inevitabile aggravamento della parodontite.
Per scoprire come riconoscere e prevenire la parodontite leggi anche: Parodontite. Cos’è e come riconoscerla.
