Intervista a Daniele Zovi, scrittore e divulgatore, esperto di foreste e di animali selvatici, Comandante in congedo del Corpo Forestale dello Stato, membro dal 2011 al 2014 della Commissione scientifica CITES presso il Ministero dell’Ambiente
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Boschi e vita
Che il bosco, la foresta, permetta agli esseri umani di sentirsi più umani non è solo una sensazione, ma un dato di fatto, scientificamente provato.
Camminando tra gli alberi è possibile sentire il battito del cuore della foresta rintoccare all’unisono con il proprio. Il ticchettio e il respiro diventano quasi universali. Ci si trova ospiti, nella foresta, ma come si fosse ospiti a casa propria. Si riconoscono i profumi e i suoni, la vista si affina a ogni passo e i colori si fanno sempre più nitidi.
Gli alberi
Parlano poco gli alberi, si sa.
Passano tutta la vita meditando
e muovendo i loro rami.
Basta guardarli in autunno
quando si riuniscono nei parchi:
soltanto i più vecchi conversano,
quelli che donano le nuvole e gli uccelli,
ma la loro voce si perde tra le foglie
e assai poco percepiamo, quasi niente.
È difficile riempire un piccolo libro
coi pensieri degli alberi.
Tutto in essi è vago, frammentario.
Oggi, ad esempio, mentre ascoltavo il grido
di un tordo nero, di ritorno verso casa,
grido ultimo di chi non attende un’altra estate,
ho capito che nella sua voce parlava un albero,
uno dei tanti,
ma non so cosa fare di quel grido,
non so come trascriverlo.
(Eugenio Montejo)
V&S WEB ha voluto sentire Daniele Zovi, una persona che di boschi, di foreste, di alberi, se ne intende davvero. Uno scrittore prolifico, appassionato, un divulgatore dalle fronde argentee che si dedica ad accompagnare nei sentieri del bosco le giovani gemme primaverili.
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