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La convivenza tra le attività di pesca e la vita dei delfini è la convinzione e la mission del progetto europeo Life Delfi. Progetto coordinato dal CNR-IRBIM che vede tra i protagonisti 4 aree marine protette italiane, Legambiente, due università e associazioni come Filicudi Wildlife Conservation e l’istituto croato Blue World Institute.
V&S WEB ha contattato il Dottor Alessandro Lucchetti, membro dell’equipe di Life Delfi.
Ecosistema
Dott. Lucchetti, i delfini sono degli animali stupendi, ma le chiedo: ci sono così simpatici perché sembrano sorridere sempre?
«Sì, questa potrebbe essere una risposta sensata, l’aspetto è di sicuro una dimensione importante. Però, in realtà, i delfini svolgono un ruolo fondamentale per ben altre ragioni. Sono dei predatori apicali, fondamentali per l’ecosistema, essendo indicatori e regolatori dello stato di salute dei mari».
Passione per la natura
Però, lei non mi dica di aver scelto questo lavoro così, per caso. Ha questa passione fin da bambino, vero?
«Diciamo di sì, nel senso che sono appassionato della natura in generale. Del mare, certo, ma anche della montagna, quindi, diciamo che amo vivere la natura nella sua interezza. Poi, ovvio, per questioni lavorative sono legato al mare. Negli ultimi anni ho concentrato la mia attività lavorativa sostanzialmente sulla riduzione dell’impatto delle attività di pesca su specie sensibili.
Ho coordinato il progetto europeo “Tartalife” sulla conservazione della tartaruga marina, che ha vinto ha vinto il best Life nel 2020. E collaboro a un altro progetto Life per la conservazione degli squali. Ora coordino il progetto Life Delfi finanziato dalla Commissione Europea. Amo la natura…».
Convivenza: uomo-delfino
Lei ha introdotto il tema della nostra intervista. Pare che il 38% delle morti dei delfini siano causate dalle attività antropiche legate alla pesca e non solo… Allora i delfini non sono simpatici a tutti!
«Il discorso sulla pesca è molto complesso. Nel senso che, è vero: una parte dei delfini che troviamo spiaggiati morti lo sono per conseguenze legate all’attività di pesca. Ed è proprio questo il focus di Life Delfi, perché le interazioni fra delfini e le attività di pesca possono creare questi problemi, evitabili.
Il delfino è un animale molto intelligente. Si avvicina agli attrezzi da pesca perché sa che in quel contesto può trovare delle prede facili: pesce impigliato, già catturato. Nel corso del tempo ha imparato a riconoscere il tipo di imbarcazione. Per cui sa distinguere il peschereccio che traina una rete e lo segue perché lo associa al cibo facile.
«Quando viene catturato, il delfino, non appena si accorge di essere finito nelle maglie della rete, rimane fermo senza agitarsi. E per giunta è felice, perché si rimpinza senza alcuno sforzo con l’enorme quantità di pesci impigliati nella rete. Quando infine è in prossimità della terraferma, rosicchia la rete e ne sguscia fuori».
Plutarco, Trattato sull’intelligenza degli animali, (De Sollertia Animalium, I-II d.C.)
È in queste interazioni che l’animale può rimanere ferito, impigliato. E per liberarsi strappa le reti ingerendone dei pezzi che lo possono condurre alla morte. Consideriamo, oltre al dramma della morte del delfino, il danno economico a carico del pescatore. Danno che può essere indicato anche nella semplice presenza del delfino nell’area di pesca che determina un deficit di pesca. Non solo per l’ingestione del pesce da parte del delfino, ma anche per la dispersione dei banchi di pesce dovuti alla sua presenza. Ecco Life Delfi si muove in questo ambito, nell’obiettivo di mitigare questo tipo di interazioni».
Delfino-Lupo
È più o meno ciò che sta avvenendo in montagna con il lupo. Un animale che la narrazione popolare ha dipinto come cattivo. Uomini e animali sono in qualche modo concorrenti in un ambiente, anche quello marino, nel quale sta scarseggiando la materia prima.
«Sì, guardi, ha centrato in pieno l’argomento perché, effettivamente, i progetti per la conservazione del lupo, per l’orso e per il delfino… sono del tutto analoghi. Se il lupo concorre con l’uomo per le risorse terrestri, lo stesso fa il delfino in mare. Pescatore e delfino puntano alle stesse risorse condivise in un ambiente naturale.
Quello che facciamo noi, nel progetto, è tutta una serie di attività che vanno dalla dissuasione per mezzo di sistemi sia acustici che visivi, per cercare di allontanare i delfini dalle reti, o in qualche modo per infastidirli. Parallelamente, stiamo cercando di dotare i pescatori con i sistemi di cattura diversi rispetto alle reti da posta che sono una sorta di barriera di rete, pericolosissima, ancorata sul fondo.
Forniremo loro degli attrezzi meno impattanti o meno pericolosi per i delfini come delle nasse di nuova generazione che possono essere richiuse su sé stesse. Stiamo lavorando con Friends of the Sea per cercare di adottare dei marchi di certificazione, ossia: se tu pescatore ti doti degli strumenti adeguati a ridurre le interazioni, segui un corso specifico per individuare che cosa fare in caso di presenza dei delfini, ti potrai dotare di un marchio di qualità che potrà dare un valore aggiunto al prodotto da te pescato.
In alcune aree, soprattutto quelle a vocazione turistica, stiamo cercando di diversificare le attività dei pescatori. Nei periodi estivi li stimoliamo verso un percorso diverso rispetto alle attività specifiche di pesca: il pescaturismo, il dolphin watching, e quant’altro.
Stiamo lavorando a un progetto Rescue teams, formando delle squadre che, nelle intenzioni, saranno riconosciute dal Ministero, e potranno intervenire oltre che in casi di spiaggiamento, ogni volta che vi siano delfini difficoltà: all’interno dei porti, catturati nelle reti … Non mancheremo di organizzare incontri tra i cittadini per coinvolgerli assieme ai pescatori in attività formative e informative. Ecco, Life Delfi è un progetto molto complesso e ricco di attività che non mancheremo di segnalarvi ».