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Bullismo al tappeto 

La storia di Embla Ademi, una bimba macedone, dolcissima, di 11 anni, vittima di bullismo. 

L’hanno presa in giro, non una volta sola (sarebbe di per sé grave, comunque). Hanno continuato a farsi beffe di lei, a scuola, svariate volte, solo perché ha 47 cromosomi anziché 46.  

Si chiama Trisomia o Sindrome di Down, la sua eccedenza; si chiama invece stupidità, come minimo, la mancanza di sensibilità dei suoi detrattori. 

Non bisognerebbe essere così duri con i coetanei di Embla, è vero, non sono che ragazzetti in formazione o in deformazione. Sapere però che alcuni dei loro genitori, adulti dunque, si erano lamentati del fatto che Embla frequentasse le stesse classi dei loro figli e minacciavano per questo di boicottare le lezioni frequentate dalla studentessa, ci ha fatto trasalire.

L’istituzione scolastica si era piegata a questo atto di bullismo. Aveva accolto le proteste e la tesi di questi adulti, secondo la quale Embla doveva essere catalogata come una persona “aggressiva” e, di conseguenza, essere separata dagli altri studenti, sola, in un’aula fredda, riscaldata da una piccola stufa.  

Una tesi smentita e screditata a chiare lettere dai caregiver di un centro locale per bambini con bisogni speciali e dai suoi genitori, i quali sostenevano che Embla non avesse mai mostrato alcuna tendenza aggressiva. 

Una visita inattesa 

Come mai un’auto blu, con la scorta, è in sosta davanti all’ingresso della scuola Edinstvo nella città di Gostivar? 

Il Presidente della Macedonia del Nord, Stevo Pendarovski in persona, arriva a piedi, sorridente, nella sua mano stringe quella di Embla e l’accompagna in classe. 

Prima di permettersi l’ingombrante intrusione, il Presidente era stato a casa della famiglia di Embla e aveva dialogato con i genitori di lei. Aveva preso coscienza delle sfide che la bimba e la sua famiglia devono affrontare quotidianamente. 

«Il comportamento di coloro che mettono in pericolo i diritti dei bambini è inaccettabile. Specialmente quando si tratta di bambini con sviluppo atipico. Bambini che non solo dovrebbero godere dei diritti che meritano, ma anche sentirsi uguali e benvenuti tra i banchi e nel cortile della scuola. È un nostro obbligo, come Stato, ma anche come individui, e l'elemento chiave di questa missione comune è l'empatia. 

L’empatia aiuterà i bambini come Embla. Ma ci aiuterà tutti a imparare da loro come gioire sinceramente, condividere ed essere solidali», ha affermato Pendarovski in una nota e poi ha aggiunto: «Siamo tutti uguali in questa società. Sono venuto qui per dare il mio sostegno e per aumentare la consapevolezza che l’inclusione è un principio fondamentale».  

Non c’è che dire, un colpo da knock down al bullismo.

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