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Virus di Epstein-Barr (EBV)

Un herpes da tenere sotto controllo

Noi di V&S WEB, si sa, siamo curiosi.

Non è passato inosservato un lavoro interessante, prodotto da ConScienza (con_scienza), un Team Multidisciplinare che si propone di approfondire e far conoscere, senza scopo di lucro, argomenti legati a Medicina, Salute Pubblica e Sistemi Complessi.

L’articolo in questione, sull’EBV è stato realizzato da Martina B. Di Lorenzo, studentessa di Medicina e Chirurgia all’università La Sapienza di Roma.

Martina, cos’è il Virus di Epstein-Barr (EBV)?

«L’herpesvirus (EBV), parente stretto dell’herpes labiale, è l’indiziato nr 1 della cosiddetta ‘malattia del bacio’ (mononucleosi infettiva). Oltre a ciò, può rappresentare uno dei fattori di rischio per lo sviluppo di alcuni tumori: il linfoma di Burkitt e il carcinoma nasofaringeo.

È stato recentemente associato anche allo sviluppo della Sclerosi Multipla.

Prudenza

«Keep calm, la sola infezione da EBV NON equivale alla certezza di sviluppare patologie gravi come quelle su elencate, si rischia nei casi in cui entrano in gioco fattori che coinvolgano la genetica, le interazioni ambientali e lo stato immunitario (immunodeficienze, immunosoppressione farmacologica ecc)».

Come agisce?

«EBV infetta principalmente i linfociti B del sistema immunitario addetti alla produzione di anticorpi e le cellule del tessuto linfatico presenti nelle tonsille.

In un soggetto sano, i linfociti B infettati vengono attaccati e distrutti dai linfociti T citotossici e festa finita. Questa battaglia, che dura in genere dalle 2 alle 4 settimane, può risultare asintomatica o far insorgere febbre e ingrossamento di linfonodi, fegato e milza, e causare ovvia astenia».

E poi?

«C’è un poi… perché la guerra non è vinta.

Una piccola percentuale di linfociti B resistenti, infatti, sopravvive e mantiene silente e ben nascosto il Virus di Epstein-Barr».

Per quanto?

«Per tutta la vita, e può riattivarsi in seguito a: forte stress, indebolimento del sistema immunitario dovuto a trattamenti farmacologici pesanti, eccetera».

E se i linfociti T citotossici non fossero così performanti?

«Sembra la trama di un film di fantascienza ma, in questo caso, i linfociti B infettati vengono resi ‘zombie’ in grado, comunque, di proliferare e produrre anticorpi senza raggiungere la loro forma finale (plasmacellule). È proprio la proliferazione incontrollata, nei pazienti immunocompromessi, che può essere fatale».

Vaccino?

«Ancora no, ma la scienza , come diceva Carl Sagan: “Da qualche parte, qualcosa di incredibile è in attesa di essere scoperto”» (Cfr. lo studio).

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