L’EVO non è solo una formula chimica riconducibile e ristretto alle sue caratteristiche organolettiche di grasso monoinsaturo composto per la quasi totalità da trigliceridi; gli acidi grassi più rappresentati sono l’oleico, il linoleico e il palmitico… eccetera.
L’EVO è buono, gustoso, sano.
È cultura che sa di Mediterraneo, risuona di cicale estive, storia, laboriosità, ingegno.
Contribuisce all’accrescimento corporeo, al processo di mielinizzazione del cervello e alla formazione delle ossa, è vita smeraldina che condisce l’esistenza.
Una equipe di ricercatori ha di recente prodotto questo paper interessantissimo dal titolo così traducibile in italiano: Assunzione di olio d’oliva e rischio di cancro: una revisione sistematica e una meta-analisi.
Vita e Salute WEB ha contattato il Dottor Federico Pio Fabrizio, Ricercatore.
Dottor Federico Pio Fabrizio, riuscirebbe a tradurre in modo divulgativo il centro d’interesse del paper sull’EVO?
«Ci proviamo. L’articolo in questione è in realtà una meta-analisi di 45 studi.
Do per scontato che tutti conoscano le proprietà benefiche dell’olio extravergine di oliva, in particolare per essere fonte di acidi grassi essenziali che aiutano nella prevenzione di malattie croniche degenerative».
Le proprietà dell’EVO si spingono molto oltre, fino al contrasto del cosiddetto stress ossidativo grazie alle sue proprietà antitumorali in quanto ricco di polifenoli, sostanze naturali con proprietà antiossidanti e di cui il nostro organismo può beneficiare».
EVO e cancro
«Fatta salva la premessa, in questo paper ci si è posto l’obiettivo di indagare l’associazione tra il consumo di EVO, il rischio di cancro e la prognosi relativa, cercando di stabilire il ruolo dell’assunzione di questo elisir nella prevenzione e nella sopravvivenza del cancro.
È stata condotta una ricerca sistematica nei database PubMed, EMBASE e Google Scholar (fine ricerca: 10 maggio 2020):
- 37 erano casi-controllo (17.369 casi e 28.294 controlli)
- 8 erano studi di coorte (12.461 casi in una coorte totale di 929.771 soggetti).
Dalle analisi effettuate sono emerse disparità significative nel rischio di cancro tra gli individui che hanno consumato regolarmente olio extravergine di oliva e le persone che non lo hanno fatto.
Più specificamente, il consumo di olio d’oliva è stato associato a una probabilità inferiore del 31% di sviluppare cancro al seno, gastrointestinale e del tratto urinario.
Tale effetto è in gran parte attribuito alla composizione eccezionale dell’olio EVO, ricca di acidi grassi monoinsaturi, squalene e composti fenolici, ricordando le importanti proprietà antiossidanti in grado di limitare lo stress ossidativo cellulare e il danno al DNA».
Concludendo?
«Il consumo di EVO, secondo il paper, sembra esercitare azioni benefiche in termini di prevenzione del cancro. Ovviamente servirebbero ulteriori studi più ampi di coorte prospettici e randomizzati per poter confermare tali conclusioni».