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Alimentazione di Segnale

Quando il nostro corpo usa dei segnali per regolare la sua omeostasi

Sull’alimentazione umana se ne sente di ogni. Tutti i giorni, una novità continua.

La diffidenza è l’esatto opposto (e anche motivato) al clamore della creduloneria.

Diete le più disparate e anche le più disperate. L’occhio cade e si sofferma sulle proposte serie che contemplano, per forza di cose, gli stili di vita.

Il cambiamento graduale e stabile dello stile di vita, perché le mode repentine lasciano il tempo che trovano, il lampo di uno spot luminoso.

Ecco perché parliamo di Alimentazione di Segnale con la Dottoressa Francesca Scarlatti Biologa Nutrizionista e Counselor Alimentare.

Alimentazione di segnale

Dottoressa Scarlatti, cos’è l’Alimentazione di Segnale?

«La Medicina di Segnale si basa sul concetto dei segnali biologici, che sono il modo in cui chiamiamo quell’insieme di informazioni che il nostro corpo produce e riceve dall’interno e dall’esterno, e sono meccanismi che biologicamente possono essere trasmessi da sostanze come gli ormoni, dal sistema nervoso, dal microbiota e non solo.

L’Alimentazione di Segnale è un nuovo paradigma dell’alimentazione, che pone l’accento sui meccanismi di Segnale che il nostro corpo usa per regolare la propria omeostasi. Una rigorosa scientificità, testimoniata dalla lunga lista di lavori scientifici alla base di ognuna delle affermazioni. Si riconosce innanzitutto il potere “terapeutico” dell’alimentazione e dello stile di vita associato ad un regolare movimento.

La conoscenza sulle interazioni tra le molecole di segnale: enterochine, adipochine, miochine, risposte ipotalamiche di riequilibrio, interferenze con gli assi ormonali più importanti, influenze sul sistema nervoso centrale e sul metabolismo, sulla fame e sulla sazietà…, ha comportato, anche alla luce delle nuove scoperte, l’apertura di nuovi fronti di sperimentazione clinica.

Soprattutto ha consentito una nuova visione di insieme sulle cause di ingrassamento e dimagrimento, che passano attraverso il segnale della “buona” o “cattiva” qualità di un cibo e del nostro stile di vita, cioè la nostra propensione a consumare o ad accumulare, dallo stato psico-emotivo e dalle relazioni sociali.

Se saremo in grado di nutrirci davvero con cibi che il nostro corpo è abituato a consumare da millenni (alimento naturale) è molto probabile che esso raggiunga un nuovo equilibrio, sicuramente migliore, che potrà essere più facile o difficile a seconda della propria individualità.

Perché ognuno è un essere diverso con una propria storia e un proprio percorso. Ma corpo e mente sono una cosa sola. E i neuroni, in quanto cellule, risentono di qualunque effetto biologico (sensibilità alle sostanze tossiche, squilibri glicemici, carenza di ossigeno o di nutrienti, accumulo di rifiuti, infiammazione, invecchiamento, mancanza di spazio, acidità, infezioni). È importante comprendere che se il corpo sta male soffrirà anche il nostro cervello».

Papers

È una sua scoperta o la sua proposta si basa su studi e papers riconosciuti?

«Certo, ci sono papers scientifici di alto livello che dimostrano il mio approccio (questi alcuni riferimenti scientifici pubblicati su Science).

I ricercatori dimostrano (sia negli animali che nell’uomo) che nell’intestino dei soggetti magri c’è una microflora intestinale molto più ricca e varia di quella presente nei soggetti obesi.

Si è anche visto che, trasferendo i batteri intestinali di un topolino grasso in un topolino “vergine”, quest’ultimo iniziava a ingrassare, ma che se insieme a questi batteri venivano aggiunti anche quelli di un topolino magro, l’equilibrio dato dai microbi di quello magro era sufficiente per impedire l’ingrassamento. L’equilibrio intestinale si altera di frequente e ci si ritrova in condizioni di inspiegabile ingrassamento.

Infatti, è sufficiente l’antibiotico preso per qualche giorno, un uso eccessivo di lieviti alimentari, o una dieta ripetitivamente ricca di cibi infiammanti per alterare il microbiota. Le persone che soffrono di colite intestinale, di candida, di cistiti ripetute e croniche, si trovano spesso in questa condizione. Pertanto, anche la flora batterica intestinale rappresenta un forte segnale per l’equilibrio funzionale del nostro organismo».

Stile di vita o integratori?

Lei insiste molto sullo stile di vita associato a un movimento regolare… Perché? Non basta seguire una dieta e deglutire integratori? Meglio integrali o integratori?

«Un malinteso comune è quello di pensare che il vantaggio di praticare sport sia semplicemente nel consumo calorico che ne consegue. Non vi è nulla di più riduttivo, perché il movimento fisico è in grado di innalzare con forza il nostro metabolismo e lo fa tanto più intensamente quanto più alto è il carico a cui siamo sottoposti. In poche parole, non conta tanto l’ora di allenamento quanto la sua capacità di determinare un innalzamento metabolico nel corso dell’intera giornata.

Può sembrare molto difficile districarsi tra la marea di prodotti che portano in etichetta parole come “naturale” e ” integrale. Appellativi di questo tipo favoriscono indubbiamente un’immagine commercialmente valida e attraente.

È bene quindi chiarire cosa significhi alimento naturale. Un alimento naturale è innanzitutto integrale, che si presenta cioè così come la natura lo propone, completo di tutte le sue parti che risultino commestibili. Alimenti integrali sono quindi la frutta e le verdure fresche, i legumi, i cereali integrali (completi di crusca e di germe), il sale marino integrale, l’uovo, la frutta oleosa (noci, nocciole, mandorle, ecc) ovviamente privata del guscio legnoso, e così via.

Questi alimenti possono essere mangiati e utilizzati dal nostro organismo con poche e semplici manipolazioni o addirittura crudi. In questo modo la loro capacità di darci forza, vigore, salute, nutrimento resta integra, appunto. Più che agli integratori ci si dovrebbe rivolgere a un’alimentazione integrale e a un cambiamento dello stile di vita. Gli integratori non fanno miracoli, sicuramente possono aiutare in modo sinergico se un individuo ha già deciso di modificare il suo stile alimentare e di vita».

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