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Festival dell’Italia Gentile 

Seconda Edizione

Di seguito qualche riga di un’intervista a Franco Arminio, Poeta, Regista, Paesologo, realizzata a Firenze da V&S WEB al Festival dell’Italia Gentile

Gentilezza fuori tempo massimo? 

Franco Arminio, la tematica della gentilezza nel XXI° secolo, fuori luogo e fuori tempo massimo? 

«No, forse, se ne dovrebbe parlare anche di più. Io penso che la gentilezza non sia affatto una parola del passato ma una parola piena di avvenire e piena di futuro.  

Abbiamo bisogno certo di tecnologia, di lavoro, di efficienza economica, di coesione sociale… abbiamo bisogno, però, anche di anima, di gentilezza, abbiamo bisogno di sacro, di fede, abbiamo bisogno di tutta una costellazione di valori che dobbiamo portare al centro anche della scena pubblica.  

Certe parole: gioia, gentilezza, vengono relegate alla dimensione più personale, invece sono proprio materiale sociale, non ci può essere una società del futuro senza gentilezza».  

Buonismo e gentilezza 

Ma un Festival dell’Italia Gentile non rischia di apparire un appuntamento da buonisti? 

«La gentilezza non è buonismo. La gentilezza è un sentimento importante, potente. Semmai, secondo me, ci sono altre cose come la modernità a essere un ferro vecchio. Il rancore è un ferro vecchio, lo spirito di polemica la divisione faziosa sono tutti retaggi antichi e divisivi. 

Se l’uomo vuole sopravvivere non ha che una sola chance: quella di essere un animale gentile». 

Gentilezza e Poesia 

Se abbiamo ancora bisogno di gentilezza, abbiamo ancora bisogno di poesia. La sua che contributo può dare? 

«La poesia non è mai buonista, non è mai facile. La poesia attraversa il mistero, il buio, la solitudine. È una parola che parla una volta sola e, quando parla, è una sorta di grido che mantiene una sua cordialità, un suo appello accorato alla fratellanza.

Non c’è poesia senza la condivisione della precarietà, abbiamo tutti un tempo limitato, un tempo gentile e fraterno da condividere. 

La poesia non è un possesso esclusivo, nessuno può immaginare di rappresentarla pienamente, di possederla. Non è una sedia, un tavolo, non è neppure un treno, una nuvola. Prima di entrare in un libro la mia poesia sta sulla rete.

I versi condivisi ci aiutano a stare insieme, sono un filo per cucire un mondo strappato, per creare comunità provvisorie, intimità impreviste, gentilezze condivise».  

La poesia 
Ci assicura un grado intenso 
Dell’essere vivi, 
ci distrae dalla vita 
come intrattenimento, 
ci porta alla vita come amoroso corteggiamento 
col tempo che passa. 
Si tratta di un’operazione fallimentare, 
non c’è poesia senza fallimento, 
ma nel fallimento fiammeggia 
l’amore. 
La poesia è l’esercizio migliore 
Per restare sensuali: 
nessun corpo è inerte, 
ogni abbraccio porta doni, 
ogni sguardo porta lontano. 
La poesia e l’amore 
Sono il nostro cadere più vero 
Nel mondo: 
stiamo luccicando prima di spegnerci. 
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