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Una gestione dell’acqua che fa acqua da tutte le parti 

Rapporto della Commissione globale sull’economia dell’acqua

«La domanda globale di acqua dolce supererà l’offerta del 40% entro il 2030», è il titolo di un interessantissimo articolo di Fiona Harvey, giornalista ambientale, pubblicato da The Guardian

I toni e i dati snocciolati dagli esperti delle Nazioni Unite non sono certo accomodanti e ottimisti: 

«Il mondo sta affrontando un’imminente crisi idrica, con la domanda che dovrebbe superare la fornitura di acqua dolce del 40% entro la fine di questo decennio». 

Sotto esame sono poste le sovvenzioni per l’estrazione dell’acqua per uso agricolo (69%), per uso domestico (22%), per quello industriale e per l’estrazione mineraria (9%). 

«I cambiamenti climatici provocano variazioni nella disponibilità stagionale durante tutto l’anno e in diversi luoghi. L’uso globale dell’acqua è aumentato di 6 volte negli ultimi 100 anni e continua a crescere costantemente a un tasso di circa l’1% annuo, per l’aumento della popolazione e per il cambiamento dei modelli di produzione e consumo di risorse.

Di fronte a queste esigenze contrastanti, ci sarà poco spazio per aumentare la quantità di acqua utilizzata per l’irrigazione, che attualmente rappresenta il 69% di tutti i prelievi di acqua dolce». 

«Negli ultimi vent’anni, i due principali disastri legati all’acqua, inondazioni e siccità, hanno causato oltre 166.000 morti, colpito altri tre miliardi di persone e causato un danno economico totale di quasi 700 mld di dollari. La siccità ha rappresentato il 5% dei disastri naturali, colpendo 1,1 miliardi di persone, uccidendone altre 22.000 e causando danni per 100 miliardi di dollari nel ventennio 1995-2015». – Fonte Ansa.

Un bene comune dell’umanità, non un diritto di pochi. 

Se è vero che la carenza di acqua è una emergenza mondiale, in alcune aree del pianeta è una vera e propria catastrofe. L’accesso all’acqua è un diritto fondamentale e inalienabile, che va garantito a tutti.  Eppure, l’abitudine allo spreco e la noncuranza ci fanno spesso perdere di vista la necessità di proteggere questa risorsa.

Qualche cifra sul consumo di acqua nel mondo? 

Solo il 16% della popolazione mondiale può veder scorrere dal proprio rubinetto acqua potabile, sana. L’84%, invece, deve cercarla anche a diversi chilometri dalla propria abitazione, presso fonti precarie e di scarsissima qualità. 

Il consumo di acqua potabile per uso domestico:

  • Nei paesi africani varia in media tra 12 e 50 litri al giorno per abitante. 
  • In quelli europei tra 170 e 250 litri (noi italiani siamo primi in classifica per consumo). 
  • Gli USA 700 litri. 

Il fabbisogno minimo biologico pro-capite per la sopravvivenza umana è di 5 litri nelle 24 ore.  L’OMS afferma che al di sotto della soglia di 50 litri al giorno si può già parlare di sofferenza per mancanza di acqua. 

Johan Rockstrom, direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Research e co-presidente della Global Commission on the Economics of Water, nonché uno dei principali autori del rapporto, ha dichiarato al Guardian che «l’abbandono da parte del mondo delle risorse idriche sta portando al disastro. L’evidenza scientifica è che abbiamo una crisi idrica. Stiamo facendo un uso improprio dell’acqua, la stiamo inquinando e stiamo modificando l’intero ciclo idrologico globale, attraverso ciò che stiamo facendo al clima. È una crisi tripla». 

Mariana Mazzucato, co-presidente della Global Commission on the Economics of Water di Rockstrom, professoressa all’University College di Londra e anche autrice principale del rapporto, ha aggiunto:  

«Abbiamo bisogno di un approccio al bene comune molto più proattivo e ambizioso. Dobbiamo mettere al centro giustizia ed equità, non è solo un problema tecnologico o finanziario». 

L’acqua è mia! 

Non c’è scemenza più grande. Ogni paese è interdipendente. L’acqua non ha confini politici. Il vapore viaggia sulle nuvole. Quella che cade all’interno del perimetro nazionale può aver percorso migliaia di chilometri prima di cadere sotto forma di pioggia o neve.  

Il vapore non proviene esclusivamente da altri specchi d’acqua ma anche dal suolo, dalla traspirazione delle foreste. Tutto si tiene, cementificare e abbattere i boschi, non è per nulla intelligente. 

7 raccomandazioni per una gestione oculata 

Il rapporto formula 7 raccomandazioni chiave:

  1. Gestire il ciclo globale dell’acqua come un bene comune globale, da proteggere collettivamente. 
  1. Garantire acqua sicura e adeguata a ogni gruppo vulnerabile e collaborare con l’industria per aumentare gli investimenti. 
  1. Basta sottovalutarne il prezzo. Una corretta tariffazione e un sostegno mirato per i poveri consentiranno di utilizzare l’acqua in modo più efficiente, più equo e più sostenibile.  
  1. Ridurre gli oltre 700 miliardi di dollari annui di sussidi all’agricoltura che alimentano spesso un consumo eccessivo di acqua, e ridurre le perdite nei sistemi idrici. 
  1. Stabilire “giuste partnership per l’acqua” che possono mobilitare finanziamenti per i paesi a basso e medio reddito.  
  1. Intraprendere azioni urgenti in questo decennio su questioni come: 
    • il ripristino delle zone umide e l’esaurimento delle risorse idriche sotterranee;  
    • il riciclaggio delle acque utilizzate dall’industria;  
    • passare a un’agricoltura di precisione che la utilizzi in modo più efficiente;  
    • fare in modo che le aziende riferiscano sulla loro “impronta idrica“. 
    • riformare la governance a livello internazionale, includendo l’acqua negli accordi commerciali. La governance deve anche tenere conto delle donne, degli agricoltori, delle popolazioni indigene e di altri in prima linea nella conservazione dell’acqua. 
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