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Dieta vegetariana. Quanto incide sulla nostra salute?  

  • Perché scegliere una dieta vegetariana? 
  • Sempre più persone optano per un’alimentazione a base vegetale. Ma quali sono i veri motivi di questa scelta?  
  • Oltre ai benefici per la salute individuale, evidenziati da studi scientifici su larga scala, la dieta vegetariana offre vantaggi anche a livello etico e ambientale.  

Scopriamo insieme alla Dottoressa Monica Dinu del Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica dell’Università degli Studi di Firenze, le ragioni di questa crescente tendenza. 

Dottoressa Dinu, le diete vegetariane stanno guadagnando crescente popolarità. Quali sono le principali ragioni di questo fenomeno? 

«Le diete vegetariane hanno guadagnato crescente popolarità negli ultimi decenni, non solo per motivi etici e ambientali, ma anche per i loro potenziali benefici sulla salute umana. Un corpus significativo di prove scientifiche a sostegno di questi benefici proviene dagli Adventist Health Studies (AHS), una serie di ricerche condotte su larga scala dalla Loma Linda University. Gli studi AHS, iniziati negli anni ’60, hanno coinvolto decine di migliaia di Avventisti del Settimo Giorno, noti per il loro stile di vita sano e per l’alta prevalenza di diete vegetariane». 

Può spiegare la metodologia e i risultati degli Adventist Health Studies? 

«Gli Adventist Health Studies comprendono diverse coorti, tra cui l’AHS-1 (1960-1985), l’AHS-2 (iniziato nel 2002 e tuttora in corso) e l’Adventist Mortality Study (1960-1985). Questi studi hanno monitorato le abitudini alimentari, lo stile di vita e gli esiti di salute di centinaia di migliaia di partecipanti selezionati, permettendo di analizzare le relazioni tra dieta e salute in modo dettagliato e a lungo termine». 

Quali sono le scoperte più significative riguardo la salute cardiovascolare? 

«Una delle scoperte più significative degli AHS è la relazione tra diete vegetariane e salute cardiovascolare. I partecipanti vegetariani mostrano tassi significativamente più bassi di ipertensione, livelli di colesterolo e incidenza di malattie cardiache rispetto ai non vegetariani.

Esaminando 96.000 Avventisti del Settimo Giorno, ad esempio, i vegetariani hanno dimostrato un rischio del 22% inferiore di sviluppare malattie cardiache rispetto ai non vegetariani. Questi effetti positivi sono probabilmente dovuti all’alta assunzione di frutta, verdura, cereali integrali e legumi, combinata con una bassa assunzione di grassi saturi». 

Qual è l’impatto delle diete vegetariane sulla prevenzione del cancro? 

«Gli AHS hanno esaminato anche la relazione tra diete vegetariane e rischio di cancro. I risultati indicano che gli Avventisti vegetariani hanno un rischio significativamente ridotto di alcuni tipi di cancro, in particolare quelli dell’apparato digerente, rispetto ai non vegetariani.

Questo potrebbe essere correlato al fatto che le diete vegetariane, ricche di fibre provenienti da frutta, verdura, legumi e cereali integrali, migliorano la salute del sistema digestivo, riducendo anche il rischio di disturbi gastrointestinali come diverticolite e stitichezza». 

Che cosa ci può dire riguardo alla longevità? 

«Un altro aspetto cruciale emerso dagli AHS è l’effetto delle diete vegetariane sulla longevità. I dati indicano che i vegetariani Avventisti tendono a vivere più a lungo, e questo è attribuibile a una combinazione di fattori, tra cui un ridotto rischio di malattie croniche, uno stile di vita attivo e l’assenza di comportamenti a rischio come il fumo e il consumo eccessivo di alcol. Uno studio del 2018 ha quantificato la differenza di speranza di vita rispetto ai non vegetariani, riportando una superiorità di circa 7 anni per gli uomini e di 4,4 anni per le donne negli Avventisti vegetariani». 

E per quanto riguarda la prevenzione del diabete? 

«Gli AHS hanno evidenziato anche un minor rischio del diabete di tipo 2 tra i vegetariani. La dieta a base vegetale, ricca di fibre e povera di grassi saturi, sembra migliorare la sensibilità all’insulina e il controllo della glicemia, riducendo così il rischio di sviluppare il diabete. Un’analisi recente ha rivelato che i vegetariani Avventisti hanno un rischio ridotto del 50% di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto ai non vegetariani, sottolineando l’importanza della dieta nella prevenzione di questa malattia». 

Le diete vegetariane hanno anche effetti sulla salute mentale? 

«I dati indicano che le diete vegetariane possono avere un impatto positivo anche sulla salute mentale. Nello specifico, sembra che i vegetariani Avventisti manifestino livelli più bassi di stress, ansia e depressione rispetto ai non vegetariani, suggerendo che una dieta ricca di nutrienti può supportare non solo la salute fisica, ma anche quella mentale». 

Quali sono le considerazioni nutrizionali e le conclusioni che possiamo trarre? 

«Nonostante i numerosi benefici, le diete vegetariane richiedono una pianificazione attenta per evitare carenze nutrizionali. Gli studi AHS sottolineano l’importanza di includere una varietà di alimenti per garantire l’apporto di tutti i nutrienti essenziali.

In particolare, è fondamentale prestare attenzione all’assunzione di vitamina B12, ferro, zinco e omega-3, che sono nutrienti meno abbondanti nelle diete vegetali. La Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), a questo proposito, raccomanda l’uso di alimenti fortificati ed enfatizza l’importanza di integrare adeguatamente la vitamina B12, assicurando così una salute ottimale». 

Cosa consiglia a chi segue una dieta vegetariana o sta pensando di iniziarne una? 

«Che si scelga di seguire una dieta vegetariana o onnivora, l’importante è pianificare attentamente i pasti e includere una vasta gamma di alimenti. La quantità e la frequenza sono sempre fondamentali, ed è bene tenere sotto controllo grassi, zuccheri e sale.

Ad esempio, tra gli scaffali del supermercato sono sempre più presenti i cosiddetti burger vegetali, consumati in alternativa alla carne, che spesso sono ricchi di sale: 100 g di prodotto possono apportare anche più di 1 grammo di sale. Un consumo eccessivo di sale – l’Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce di non superare i 5 grammi al giorno – favorisce gli eventi cardiovascolari, aumenta il rischio di alcune forme tumorali e può incrementare le perdite urinarie di calcio, un minerale a cui chi segue un’alimentazione vegetariana deve prestare attenzione.

Leggere le etichette alimentari, in particolare la tabella nutrizionale e la lista degli ingredienti, può quindi aiutare a fare scelte consapevoli anche seguendo una dieta vegetariana». 

Grazie Dottoressa, per aver condiviso con noi queste preziose informazioni

«Grazie a voi per l’opportunità di discutere questo importante argomento». 

Referenze 

  • Orlich MJ et al. Vegetarian Epidemiology: Review and Discussion of Findings from Geographically Diverse Cohorts. Adv Nutr. 2019;10:S284-S295.  
  • Kwok CS et al. Vegetarian diet, Seventh Day Adventists and risk of cardiovascular mortality: a systematic review and meta-analysis. Int J Cardiol. 2014;176:680-6.  
  • Segovia-Siapco G, Sabaté J. Health and sustainability outcomes of vegetarian dietary patterns: a revisit of the EPIC-Oxford and the Adventist Health Study-2 cohorts. Eur J Clin Nutr. 2019;72:60-70.  
  • Gatto NM et al. Vegetarian Dietary Patterns and Cognitive Function among Older Adults: The Adventist Health Study-2. J Nutr Gerontol Geriatr. 2021;40:197-214.  
  • Position paper sulle diete vegetariane. Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) 
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