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Più lavoro per tutti? Sì, ma che sia dignitoso

Obiettivo n. 8 dell' Agenda 2030 ONU

  • Il lavoro che manca,
  • il lavoro che spesso ci rende infelici,
  • il lavoro sfruttato,
  • il lavoro cercato distante da casa…

Crisi

«Da Davos arriva fortissima la preoccupazione per questo momento globale e collettivo, perché sono in atto diverse crisi.

Una crisi sistemica che si intreccia con la crisi economica, la crisi energetica, la crisi climatica e l’inflazione. La preoccupazione è tanta perché da una parte salgono i costi delle materie prime e delle bollette e, dall’altra il costo della vita. La capacità di acquisto delle persone diminuisce per via dell’inflazione e quindi, con questi fenomeni contrapposti, il rischio che si inneschino anche tensioni sociali è fortissimo.

Pare che la ripresa sia un pochino più rapida di quello che si pensava. Però, insomma, diciamo che le preoccupazioni sono rimaste sul tavolo. Non è ancora chiara a tutti la strada della sostenibilità come via maestra per uscire da questo pasticcio, tant’è che si parla ancora dei rischi connessi alla velocità della transizione…

I giovani attivisti di tutto il mondo si sono rifiutati di partecipare formalmente al forum e hanno tenuto una manifestazione collaterale nella quale si è fatta pressione affinché le fonti fossili, ancora non estratte, restino nel sottosuolo. La proposta di Greta (e degli scienziati) è #keepitintheground, ossia smettere di cercare nuovi giacimenti e nuovi pozzi e lasciare 2/3 di quello già scoperti sotto terra».

Disuguaglianze

Il report di Oxfam è drammatico. Le disuguaglianze aumentano vertiginosamente.

«Da oltre 25 anni non capitava che le diseguaglianze aumentassero così tanto. Si incrementa la concentrazione della ricchezza e, proporzionalmente, sale il numero delle persone in povertà assoluta. Questo fenomeno riverbera anche in Italia, dove il 5% della popolazione possiede una ricchezza pari all’80% del totale.

Anche le grandi aziende che hanno funzionato meglio, che hanno fatto più utili, vedono ripartiti questi utili all’84% tra gli azionisti e pochissimo beneficio residuo torna alle persone.

La povertà ha raggiunto anche i lavoratori.

Avere un buon lavoro non è più sufficiente per uscire da uno stato di povertà, quindi, ci sono tantissime persone nel mondo, come in Italia, che: pur avendo un lavoro, non riescono a pagare le bollette, a curarsi, ad avere cura della propria famiglia come si dovrebbe.

Molti sono i lavoratori costretti al part-time, molte donne, lavoratori sfruttati.  E che dire del caporalato, il tema della sicurezza sul lavoro: lo scorso anno abbiamo avuto 3 morti sul lavoro al giorno.

E poi c’è un’altra cosa che è veramente preoccupante che è quella di una grandissima fascia della popolazione giovanile che non studia, non lavora, non è inserita in percorsi di qualificazione professionale e, di fatto, i NEET sono oltre 3 milioni solo in Italia.

Una fascia d’età dai 15 fino ai 29 ai 30 anni.

Giovani smarriti che non si sono agganciati a una visione che faccia loro vedere un ruolo sociale nel loro lavoro, né un lavoro dignitoso – che non porta solo all’indipendenza economica – per una possibilità di proiettarsi nel futuro ma che permetta loro di trovare un senso sociale.

Da questo punto di vista, la sostenibilità può essere una chiave valoriale importante per ritrovare una molla capace di riagganciarli al desiderio di fare la propria parte, in qualche modo, come il colibrì della fiaba e dell’incendio nella foresta».

Senso

Milioni di persone hanno lasciato la loro occupazione

«Cercare un senso pare diventato di nuovo importante. Lo stipendio conta, certo, ma si ambisce a qualcosa di più solido, più dignitoso che riempia quel vuoto di senso percepito, che consenta una qualità della vita migliore e una qualità delle relazioni migliore.

Si pensi al cosiddetto South Working, a tutti coloro che sono andati via dal sud per cercare di migliorare la propria condizione. Lo stipendio sostanzioso va messo in correlazione con il costo della vita, le condizioni di vita e di lavoro in città frenetiche.

Il guadagno è reale?

In tanti paesi si stanno attrezzando per la connessione di luoghi di coworking dove si possa lavorare insieme, quindi, senza perdere la socialità.

Poi ci sono delle esperienze ancora più ambiziose che portano a un nuovo concetto di turismo di accoglienza, di inclusione nei territori.

A Sciacca si chiama il museo dei 5 sensi.

Una giovanissima dirigente, rientrata dall’estero dopo il suo ciclo di studi, si è convinta che non fosse possibile che chi è immerso in una bellezza così strepitosa sia obbligato a vivere in luoghi diversi.

Questa ragazza è tornata, ha messo insieme tutti gli artigiani, i pescatori, gli agricoltori, chi si occupava di ceramiche, li ha connessi in una rete di soggetti che consentono alle persone di vivere un turismo immersivo in cui si condividano queste esperienze con persone con le quali costruire nuove sinergie che aiutino a uscire da una crisi economica in quel posto molto sentita.

Tutte le professioni sono fondamentali per trovare senso, se indirizzate dalla parte giusta, per la transizione ecologica».

Estratto dell’intervista realizzata da Sveva Sagramola a Annalisa Corrado: Ingegnera meccanica, ecologista, autrice inquieta.

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