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Andare oltre un “sì”

L’appello dell’Associazione Italiana Donatori di Organi per passare dall’adesione alla partecipazione

AIDO è nata ormai quasi 50 anni fa per diffondere la cultura della donazione attraverso una espressione di volontà affidata ad un atto olografo (un modulo cartaceo valido quale indicazione di una scelta fatta in vita).

AIDO ha rappresentato nel corso dei decenni il punto di riferimento socioculturale della comunità civile desiderosa di contribuire alla lotta alla sofferenza di chi attende, in lista d’attesa, la chiamata per il trapianto che salvi la vita.

1 milione e 400 mila soci iscritti

L’atteggiamento iniziale degli iscritti si era però fin da subito caratterizzato in una duplice modalità. Da una parte coloro che si limitavano ad assicurare all’universo sanitario la propria disponibilità donare qualora se ne presentassero le circostanze. Dall’altra nuovi iscritti si sono messi al servizio dell’Associazione, nelle sue radicate articolazioni nazionale, regionale, provinciale e comunale. Dando vita alla struttura dirigenziale dell’AIDO.

Questo, con l’andare degli anni ha da una parte rappresentato una potenziale disponibilità “a priori”, fatta di solidarietà pura e sincera. Ma senza un diretto coinvolgimento nell’attività di costruzione di una cultura sociale sempre più evoluta.

Arrivati alle altissime quote di iscritti quali quelle toccate da AIDO negli ultimi anni, questa duplice modalità di appartenenza presenta però delle criticità. Di fronte agli oltre 1 milione e 400 mila soci iscritti ad AIDO, infatti, i soci attivi con ruoli di responsabilità e con un servizio effettivo ai fini dell’Associazione sono poco più di 10 mila.

Una percentuale troppo bassa di fronte alla massa di persone disponibili al dono.

Un progetto di solidarietà

Emerge con sempre maggiore chiarezza che lo status di socio AIDO deve essere qualcosa di più di un semplice “sì” espresso magari decenni prima.

Sia chiaro: questo è importante ed è alla base di ogni attività dell’Associazione. Ma sembra di poter dire che ormai è tempo di andare oltre al “sì” e farlo diventare un progetto di solidarietà. In sintesi: dico sì alla donazione, se sarà possibile, ma non finisce tutto qui. Mi rendo disponibile a servire questo meraviglioso progetto di solidarietà verso le persone sofferenti. E lo faccio mettendomi al servizio del progetto stesso.

Formazione e ricerca fondi

Ecco che allora AIDO evolve, diventa interlocutore sempre più importante per gli organismi statali, sanitari e non. Cerca di migliorare la preparazione dei propri esponenti che vanno nelle scuole, sulle piazze, e ovunque sia possibile.

Mettendo in campo progetti di formazione sempre più diffusi ed efficaci. Cercando nuove vie di sostentamento economico, alternative o almeno aggiuntive alle modalità tradizionali. Basate essenzialmente sulle quote versate dai soci stessi e sul gettito del 5 per mille.

Donare con un’app

Oggi AIDO è impegnata in progetti di fund-raising. Partecipa ai bandi dei diversi livelli privati e pubblici. Sta costruendo una solida base comunicativa sbarcando sul web. E addirittura promuovendo la donazione attraverso l’utilizzo di una app che permetta l’espressione di volontà direttamente, utilizzando il proprio telefono cellulare.

Condivisione di valori

Tra i princìpi fondamentali dell’Associazione c’è in particolare il richiamo a corretti stili di vita che concorrono a rendere migliore la società in cui viviamo, di cui siamo responsabili. Ed ecco nascere, per svilupparsi al meglio, la collaborazione con l’UICCA – Chiesa Cristiana Avventista. È una collaborazione agli albori ma che poggia su solide fondamenta: la condivisione totale dei valori cristiani di solidarietà e amore per il prossimo.

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