«Cara redazione di V&S WEB,
Mi chiamo Mariella e vi scrivo da Fano. Solo pochi mesi fa, la mia vita ha preso una piega inaspettata e difficile: mi è stato diagnosticato un tumore al seno. Ancora oggi, fatico a realizzare quanto sia cambiato tutto nel giro di poche settimane.
Tutto è iniziato durante un controllo di routine, quando il medico ha notato qualcosa di sospetto. Inizialmente, non ero troppo preoccupata, ma poi la diagnosi ha colpito come un fulmine: carcinoma mammario. La paura e lo smarrimento hanno preso il sopravvento, seguiti da mille domande. Mi sono chiesta come avrei affrontato questa battaglia, cosa avrebbe significato per me e per la mia famiglia. Ho cercato di mantenere la calma, ma l’angoscia di non sapere come sarebbe andata a finire era devastante.
Da quel momento, sono entrata in un vortice di visite, esami e consulti. Non avevo mai immaginato di dover affrontare un percorso del genere. E, se da un lato, ho sentito la forza di medici preparati al mio fianco, dall’altro, la complessità delle informazioni mi ha travolta. Capire cosa significano davvero termini come “stadio”, “recettori ormonali”, “chemioterapia neoadiuvante” non è stato affatto semplice. Così come non è stato facile accettare gli effetti collaterali dei trattamenti, fisici ed emotivi.
In questo mio cammino, spesso mi sono sentita sola con le mie paure e le mie domande. Ecco perché ho deciso di scrivervi. Credo sia importante condividere la mia esperienza, ma soprattutto trovare risposte a dubbi che credo possano riguardare anche altre donne nella mia situazione.
Mi piacerebbe che, attraverso il vostro magazine, riusciste a fare chiarezza su alcuni punti che ancora mi sfuggono:
- Come si determina lo stadio del tumore e perché è così importante?
- Qual è il significato dei recettori ormonali e in che modo influenzano le scelte terapeutiche?
- Quali sono i principali effetti collaterali delle terapie, e come posso gestirli meglio?
- La prevenzione e lo stile di vita contano davvero nella gestione di questa malattia? Cosa posso fare per prevenire eventuali recidive?
- Ci sono nuove terapie o trattamenti personalizzati che possono offrire speranze migliori rispetto ai protocolli standard?
Credo che, nel momento in cui ci si trova ad affrontare una sfida così grande, essere informati sia uno degli strumenti più potenti che abbiamo per combattere la paura.
Grazie per l’attenzione che vorrete dedicarmi e per il lavoro che fate nel supportare chi, come me, ha bisogno di informazioni chiare e affidabili.
Con affetto,
Mariella»
Intervista al Dott. Facchini autore di un libro interessante sul tema del Cancro
Dott. Facchini, il tumore al seno è oggi una delle malattie più comuni tra le donne. Qual è la situazione attuale in termini di diagnosi e prevenzione?
«Il tumore al seno è effettivamente una delle patologie femminili più diffuse nei Paesi occidentali, con una donna su otto che riceverà questa diagnosi nel corso della sua vita. Il dato che spicca, tuttavia, è l’importanza della diagnosi precoce. Grazie agli avanzamenti medici e tecnologici, siamo in grado di scoprire un tumore al seno in stadi molto iniziali, consentendo una cura più efficace.
La mammografia, unita all’ecografia mammaria, è uno strumento essenziale, soprattutto nelle donne dai 45 anni in poi. Più sensibilizziamo le donne sulla necessità di sottoporsi a controlli regolari e autopalpazione, più possiamo sperare in diagnosi precoci e una prognosi migliore.
La prevenzione, però, va oltre la diagnosi precoce. Occorre anche parlare di abitudini di vita: una dieta equilibrata, il controllo del peso, evitare l’eccessivo consumo di grassi saturi, e una costante attività fisica possono ridurre sensibilmente il rischio. Anche l’attenzione alla storia familiare è cruciale».
La diagnosi precoce salva vite: Questo è il messaggio chiave dello studio condotto dal Centro di Riferimento Oncologico di Aviano e dall’Azienda Zero della Regione Veneto, pubblicato sulla prestigiosa rivista International Journal of Cancer.
I risultati principali
- Tassi di guarigione elevati: Se diagnosticati precocemente, il 99% delle donne con tumore al seno e il 92% dei pazienti con tumore al colon-retto hanno un’aspettativa di vita simile a chi non ha mai avuto la malattia.
- Importanza dello stadio: La probabilità di guarigione diminuisce significativamente con l’avanzare dello stadio della malattia.
- Tempi di guarigione: Per i tumori al seno in stadio iniziale, il rischio di morte diventa trascurabile dopo circa un anno; per il colon-retto, dopo circa 8 anni.
- Impatto sulla qualità di vita: Conoscere le probabilità di guarigione e i tempi di recupero è fondamentale per i pazienti, aiutandoli a gestire meglio la malattia e a riprendere una vita normale.
- Ruolo della prevenzione e dello screening: Lo studio sottolinea l’importanza di aderire ai programmi di screening e di adottare stili di vita sani per la prevenzione di questi tumori.
Conclusioni
La diagnosi precoce è fondamentale per aumentare le possibilità di guarigione dai tumori al seno e al colon-retto. I risultati di questo studio sottolineano l’importanza di investire nella prevenzione, nella diagnosi precoce e nell’assistenza ai pazienti oncologici. Inoltre, i dati ottenuti possono essere utili per migliorare le politiche sanitarie e per garantire un accesso equo alle cure per tutti i pazienti.
In sintesi
Questo studio fornisce prove scientifiche solide a sostegno dell’importanza della diagnosi precoce nel trattamento dei tumori più comuni. I risultati ottenuti possono essere utilizzati per informare i pazienti, i medici e i policymaker e per migliorare la gestione di queste malattie.
Punti chiave da ricordare
- La diagnosi precoce è fondamentale per aumentare le possibilità di guarigione.
- I tumori al seno e al colon-retto sono curabili se diagnosticati in fase iniziale.
- L’aspettativa di vita dei pazienti guariti è simile a quella della popolazione generale.
- La prevenzione e lo screening sono strumenti essenziali per la lotta ai tumori.
Ci può spiegare brevemente le diverse tipologie di tumore al seno e come queste influenzano il percorso terapeutico?
«Parlare di “tumore al seno” al singolare è riduttivo, perché esistono vari tipi, ognuno con caratteristiche proprie. La distinzione principale è tra tumori duttali, che originano nei dotti galattofori, e quelli lobulari, che nascono nei lobuli. Ma anche tra tumori in situ e invasivi. Il carcinoma duttale in situ, per esempio, è confinato nei dotti e non ha ancora invaso i tessuti circostanti, il che rende la prognosi più favorevole.
D’altro canto, il carcinoma duttale invasivo, che rappresenta il 70% dei casi, ha già superato i confini dei dotti, rendendo l’intervento più complesso. Esistono anche forme meno comuni, come il carcinoma mucinoso o quello cribiforme, ognuno con specifiche peculiarità che guidano il medico nella scelta del trattamento.
Il trattamento dipende dalla tipologia e dallo stadio del tumore. Si può partire con la chirurgia, che può andare dalla rimozione del nodulo (tumorectomia), alla quadrantectomia o, nei casi più gravi, alla mastectomia. In molti casi, si opta anche per la radioterapia o la chemioterapia per ridurre il rischio di recidiva. È interessante notare come oggi, rispetto a qualche decennio fa, gli interventi siano meno invasivi e spesso accompagnati dalla chirurgia plastica ricostruttiva, che permette alle pazienti di affrontare il percorso con un impatto psicologico ridotto».
Quali sono le sfide maggiori che si affrontano oggi nella cura del tumore al seno?
«Le sfide più grandi riguardano principalmente la stadiazione e la personalizzazione della cura. Ogni tumore è diverso e, grazie ai progressi della ricerca, oggi possiamo analizzare il profilo molecolare del tumore per capire come risponderà a determinati trattamenti. L’obiettivo è offrire cure sempre più mirate, riducendo gli effetti collaterali e migliorando la qualità di vita delle pazienti.
Un’altra sfida è quella della sensibilizzazione. Nonostante le campagne di informazione, ci sono ancora molte donne che non partecipano ai programmi di screening o che sottovalutano l’importanza della prevenzione. Bisogna continuare a educare e sensibilizzare la popolazione, spiegando che la diagnosi precoce salva vite.
Infine, non possiamo ignorare l’aspetto psicologico. Ricevere una diagnosi di tumore al seno è un evento traumatico che colpisce non solo il corpo, ma anche l’immagine di sé, soprattutto perché questo tipo di tumore coinvolge una parte del corpo strettamente legata alla femminilità. Accompagnare la paziente durante tutto il percorso, dal punto di vista medico, ma anche psicologico, è una parte essenziale del nostro lavoro».