La Nuova Zelanda ha vietato definitivamente la vendita di sigarette e tabacco a tutti i nati dal 1 gennaio 2009 in poi.
Non è uno scherzo, è una notizia vera, si fa sul serio. È una legge approvata dal Parlamento neozelandese con 76 sì e 43 no, perché le nuove generazioni vanno protette.
È il primo paese occidentale a farlo. L’obiettivo è quello di rendere la Nuova Zelanda smoke free entro il 2025.
Ma queste politiche non funzionano, la gente… Primo luogo comune: non è vero nulla, invece, funziona!
Statistics New Zealand snocciola dati: l’8% degli adulti neozelandesi, oggi, fuma quotidianamente, rispetto al 16% di 10 anni fa.
In questo decennio sono state messe in campo diverse strategie comunicative che paiono funzionare molto bene.
Potrebbe funzionare anche da noi?
Abbiamo rivolto le domande tradizionalmente più gettonate sul fumo al Dottor Massimo Fantini, Director of Research and Development with a strong background in Cancer Immunotherapy, Immunology and Cancer Research.
Massimo sparo di seguito una raffica di luoghi comuni sul tema e attendo le tue reazioni:
- Ma chi lo ha detto che il fumo nuoce gravemente alla salute?
- Mio nonno è campato benissimo e fumava alla grande
- Con tutto l’inquinamento che immagazziniamo ogni giorno, cosa vuoi che faccia la sigaretta?
- Il fumo non fa male, hai notato che sulla sigaretta c’è il filtro?
- Non è giusto scrivano quelle cose orribili sui pacchetti di sigarette. Non è giusto perché io pago e della mia vita faccio quello che voglio…
- Non è vero che la sigaretta crea dipendenza, io smetto quando voglio!
- Fumare per me è un passatempo nel quale annebbio la mia solitudine e il mio mistero, volete togliermi anche questo?
«Purtroppo, le frasi che precedono sono frutto di mancata conoscenza dei seri rischi per la salute derivati dal fumo. Molto spesso io, da non fumatore, mi sento rispondere da chi fuma:«Che fastidio ti dà se io fumo, al massimo rovino i miei polmoni».
Non è proprio così, anche chi respira il fumo passivo è a rischio. Da un report della CDC americana si evince che:
1) solo negli USA il fumo di sigaretta causa tra l’80 e il 90% delle morti per cancro al polmone tra i fumatori;
2) il fumo passivo (fumo che esce dalla sigaretta e dall’espirazione del fumo da parte dei fumatori) contiene circa 70 sostanze tossiche che possono causare cancro;
3) Il fumo passivo inalato dai non fumatori può causare:
- MALATTIE CARDIOCIRCOLATORIE (non fumatori che respirano fumo passivo in luoghi chiusi hanno un aumento del 25-30% del rischio di sviluppare malattie cardiocircolatorie);
- CANCRO AL POLMONE: Negli USA il cancro al polmone da fumo passivo ha causato più di 7000 morti tra i non fumatori.
- ICTUS: ogni anno negli USA più di 8000 morti per ictus possono essere attribuite al fumo passivo
- PROBLEMI DI SALUTE NEI BAMBINI: bambini esposti al fumo passivo possono sviluppare diversi problemi di salute, tra cui infezioni dell’orecchio, problemi respiratori, bronchiti, polmoniti, peggioramento dell’asma in soggetti asmatici.
Inoltre, come riportato da AIRC, Il tabacco non provoca solo cancro al polmone ma è anche associato all’aumento del rischio di sviluppare altri tipi di cancro, come quelli del pancreas, del seno e della prostata.».
Due parole anche sulla dipendenza…
«Purtroppo, la nicotina contenuta nel tabacco crea dipendenza, eccome se la crea, e rende difficile al fumatore smettere nonostante molti si illudano di poterlo fare quando vogliono. Smettere di fumare e resistere alla dipendenza da nicotina rappresenta un’impresa molto difficile invece.
Massimo, credi sia ancora utile comunicare e divulgare dati e comunicazioni sul tema, non potrebbe rimanere solo fumo negli occhi?
«Io credo sia necessario insistere, l’esempio neozelandese lo dimostra chiaramente.
Continuare a impegnarsi in questa campagna informativa può spingere le istituzioni a effettuare campagne informative ben calibrate sui seri danni che il fumo provoca alla salute. Al contempo può contribuire a sensibilizzare le persone a smettere di fumare il prima possibile e non da ultimo, dobbiamo renderci conto del peso della responsabilità che dobbiamo sentire tutti nei confronti delle giovani generazioni».