Li bevono metà dei ragazzi sotto i 18 anni – chi una volta a settimana, chi tutti i giorni. E non parliamo di succhi di frutta, ormai passati di moda. Ora a farla da padrone sono i “reintegratori energetici”, gli energy drink (ED) che dominano negli spot e danno a intendere di migliorare le prestazioni sportive, potenziare attenzione e concentrazione, rendendo performanti anche nello studio. Gli ED stanno conoscendo un vero e proprio boom.
Sono commercializzati in più di 165 paesi e il loro consumo è passato dai 60 milioni di litri del 2000 ai 130 milioni di oggi. Dov’è il problema nell’invasione di questi prodotti? Prima di qualsiasi giudizio è imperativo fare la loro conoscenza.
Guardiamoli dentro
Queste le caratteristiche comuni agli Energy Drink: sono bevande artificiali, molto dolcificate, in prevalenza analcoliche ma con notevole presenza di caffeina (una sola lattina può arrivare a contenerne fino a 80 mg) e altre sostanze come taurina, ginseng, L-carnitina e guaranà che hanno effetti stimolanti.
La valutazione dei componenti di queste bevande comincia a darci un’idea tutt’altro che positiva. Il primo ingrediente sotto osservazione? La caffeina.
Un consumo di 4/5 volte a settimana può determinare l’alterazione del ciclo del sonno e del riposo. Per i più giovani ci possono essere effetti anche sul rendimento scolastico. Non mancano poi i riflessi sui comportamenti alimentari: saltare la colazione, nutrirsi con cibo spazzatura.
E non finisce qui.
Ci sono anche la taurina, un aminoacido, che influisce sul sistema nervoso, e il guaranà, altrettanto eccitante, e che, tra l’altro, contiene ancora caffeina. E inoltre, carnitina, ginseng, zuccheri, mate, metilxantine e vitamiane B. Risulta quindi ben chiaro che occorre valutare l’eccesso di assunzione delle sostanze contenute negli ED, sulle quali si sono concentrate diverse ricerche.
L’obiettivo? Mettere in guardia ragazzi e adulti sui rischi legati all’abuso di queste bevande, che vanno assunte con notevole moderazione, essendo – come detto prima – un vero e proprio mix di zuccheri e sostanze stimolanti.
Bere smodato
Un fatto è certo, in tutto il mondo i giovani continuano a bere energy drink, e spesso senza moderarsi.
I principali effetti? Disturbi come insonnia, irritabilità, depressione, cefalea, iperattività, scadimento del rendimento scolastico, consumo di alcol e tabacco, e altri comportamenti che influiscano negativamente sullo stato di salute.
Ma il fenomeno non riguarda solo i ragazzi. Secondo i dati diffusi dall’Efsa,oltre alla fascia 10-18 anni, occorre considerare anche il comportamento degli adulti nella fascia 18-65 anni. Infatti, ben il 30% di loro mette nel carrello con frequenza gli ED, confondendoli con gli sport drink, che, di contro, servono a reintegrare i sali minerali andati perduti in seguito all’attività sportiva e che sono formulati in modo ben diverso.
Sempre tra gli esperti dell’Efsa, si pensa che tra i più frequenti effetti collaterali del consumo eccessivo di ED va considerata l’aritmia, un’anomalia del battito cardiaco che potrebbe ostacolare il cuore nel pompare sufficiente sangue all’interno del corpo, con esiti negativi non solo per il cuore stesso, ma anche per il cervello.
Un messaggio fuorviante
Eppure, gli ED vogliono veicolare il messaggio che migliorano la concentrazione o la performance sportiva. Niente di più inesatto. E in tal senso, il Parlamento europeo ha vietato di inserire sulle etichette proprio questa “indicazione”. Il consiglio è, come naturale, un uso consapevole e, soprattutto, moderato.
A confermare il tutto una ricerca condotta presso l’Università di Waterloo, in Ontario (Canada). Sono stati intervistati 2.055 giovani canadesi di età compresa tra i dodici e ventiquattro anni che erano dediti al consumo abituale di energy drink.
La ricerca è stata pubblicata sul Canadian Medical Association Journal Open. E rivela che oltre la metà degli adolescenti avrebbe sperimentato una serie di malesseri diffusi, anche preoccupanti, dopo aver consumato bevande di questo tipo.
Dal lavoro dei ricercatori è emerso che il 55% dei giovani di età compresa tra i 12 e i 24 anni, consumatori abituali di ED, tendono a riscontrare nausea, mal di testa, vomito, diarrea, battito accelerato, difficoltà nel dormire, ma anche convulsioni.
Notevoli i risultati di un’indagine, pubblicata su BMJ Open, attraverso la quale sono stati presi in esame numerosi studi pubblicati tra il 2013 e il 2021. Viene fuori che quasi la metà dei minori di tutto il mondo consuma queste bevande analcoliche da una fino a cinque o più volte a settimana. I ragazzi bevono più spesso delle ragazze. Il consumo oscilla tra il 13% e il 67% dei bambini e ragazzi di età inferiore a 18 anni. E non è tutto.
Un mix pericoloso
C’è infatti un altro pericolo in agguato: l’uso contemporaneo di questo tipo di bevande e di alcol, fatto abituale tra gli adolescenti. Con gli ED, in pratica, si tenta di aggirare gli effetti ipnotici quando “si alza il gomito”.
Un problema non di poco conto, di cui si è occupato (2017) un lavoro italiano di Marco Scalese, Francesca Denoth, Valeria Siciliano, Sabrina Molinaro del Consiglio nazionale delle ricerche. Dei 30mila ragazzi di età compresa tra 15 e 19 anni coinvolti nello studio, il 41% ha riferito di aver bevuto ED, durante l’anno della rilevazione, il 23% insieme ad alcolici.
Il consumo combinato era associato al fumo quotidiano, al binge drinking, all’uso di cannabis e di altri farmaci psicotropi. La ricerca ha così messo in evidenza l’associazione con il consumo di sostanze illegali e comportamenti dannosi, “confermando che il consumo di alcol mescolato alle bevande energetiche è un tema cogente soprattutto durante l’adolescenza, in quanto può influire sulla salute e sui comportamenti a rischio”, ha fatto presente il gruppo di studiosi.