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Emotional eating 

Imparare a gestire le emozioni e le abitudini alimentari conseguenti

Il tema dell’emotional eating è di grande rilevanza contemporanea per molte persone, specialmente per le donne. Ci si può ritrovare a consumare cibo in risposta alle nostre emozioni, senza comprendere appieno le ragioni e i meccanismi di questo comportamento. Le diete tradizionali si concentrano principalmente sulla selezione degli alimenti, trascurando il motivo e il modo in cui mangiamo.  

Questo articolo si propone di esaminare il fenomeno del mangiare emotivo, offrendo informazioni e suggerimenti pratici generali per sviluppare abitudini alimentari sane, che aiutino a gestire al meglio l’equilibrio tra le emozioni e la nutrizione. 

Mangiare emotivo come reazione  

Il mangiare emotivo rappresenta una risposta inconscia per affrontare le sfide della vita. Il cibo può fornire un conforto temporaneo, un tampone emozionale. Il cibo non giudica né pone domande, ma offre una fonte di consolazione immediata.

Nei periodi di difficoltà, il cibo diventa una rapida via di fuga, che permette di distogliere la mente dal dolore e provare momentaneo piacere. Tuttavia, è importante capire che quel genere di piacere può comportare conseguenze negative, come il sovrappeso o l’obesità. 

Mangiare emotivo e conforto 

Per molti di noi, il mangiare emotivo diventa una sorta di interruttore da azionare quando la vita diventa insostenibile. Offre un senso di calma e conforto inconsapevole. L’idea di affrontare direttamente i nostri sentimenti può sembrare travolgente, e quindi si ricorre al cibo come via di fuga. Occorre però comprendere che tutti affrontiamo sfide nella vita e che esistono modi più efficaci per gestire le nostre emozioni. 

La parola chiave: apprendimento 

L’aspetto cruciale per interrompere l’automatismo risiede proprio nell’analisi consapevole. Ciò che abbiamo acquisito può essere riequilibrato o addirittura disimparato. È possibile modificare le abitudini alimentari negative o poco sane sviluppandone di nuove. 

Sviluppare abitudini alimentari sane  

Per gestire l’emotional eating in modo efficace, è importante sviluppare un approccio di verità consapevole per poter affrontare le nostre emozioni, piuttosto che ricorrere alla scorciatoia del cibo come conforto immediato. È essenziale interrogarci sulle reali necessità emotive e cercare alternative più durature e salutari.  

Alcune strategie che possono essere adottate: 

  1. Praticare la consapevolezza emotiva: imparare a riconoscere, accettare e gestire le proprie emozioni senza ricorrere al cibo come sostegno. 
  1. Adottare uno stile di vita equilibrato: mantenere un equilibrio tra l’alimentazione, l’attività fisica e il riposo, favorendo il benessere generale. 
  1. Sostenere relazioni sociali significative: coltivare relazioni positive e solidali con familiari e amici, in modo da poter affrontare le sfide emotive insieme. 
  1. Cercare aiuto professionale: nel caso in cui il mangiare emotivo diventi una problematica complessa da gestire autonomamente, è consigliabile rivolgersi a uno psicologo o a uno specialista in nutrizione per ricevere supporto personalizzato. 

Conclusioni 

L’emotional eating rappresenta una risposta psicologica automatica, un’abitudine comoda che però può essere smontata e riformulata attraverso la consapevolezza e lo sviluppo di abitudini sane. È essenziale capire che il cibo offre un conforto emotivo temporaneo e che le abitudini alimentari malsane comportano conseguenze negative per la salute.

Sviluppando un approccio emotivo equilibrato, è possibile affrontare le sfide dell’esistenza in modo più efficace, imparando a riconoscere le proprie emozioni e adottando strategie per poterle gestirle.

Fondamentale è trovare equilibrio tra alimentazione, attività fisica, riposo e supporto sociale; si può intraprendere un percorso di miglioramento della qualità della vita, liberandosi dal ciclo del mangiare emotivo promuovendo il benessere generale. 

Fonti accademiche: 

  • Macht, M. (2008). How emotions affect eating: A five-way model. Appetite, 50(1), 1-11. 
  • Heatherton, T. F., Herman, C. P., & Polivy, J. (1991). Effects of physical threat and ego threat on eating behavior. Journal of Personality and Social Psychology, 60(1), 138-143. 
  • Wansink, B., Cheney, M. M., Chan, N., & Kniffin, K. M. (2016). Exploring comfort food preferences across age and gender. Physiology & Behavior, 156, 31-39. 
  • Geller, J., & Dunn, E. C. (2011). Integrating emotions and emotion regulation into binge eating disorder treatment: A theoretical rationale. Comprehensive Psychiatry, 52(5), 540-546. 
  • Smith, C. F., Williamson, D. A., Bray, G. A., & Ryan, D. H. (1999). Flexible vs. Rigid dieting strategies: Relationship with adverse behavioral outcomes. Appetite, 32(3), 295-305. 

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