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CIA sbagliarsi è facile

Confederazione Italiana Agricoltori

Parlavo al telefono con mio padre, quasi novantenne: «Papà non posso quel giorno, ho un’intervista importante con la CIA». L’ho sentito bloccarsi e balbettare qualcosa, immagino abbia frainteso… CIA non sta, qui, per: Central Intelligence Agency americana ma per l’italianissima: Confederazione italiana agricoltori.

CIA è un sindacato che fornisce servizi all’impresa, consulenza tecnica, assistenza agricola, formazione professionale, supporto start-up e sviluppo … fa e si impegna in tutte le attività che contraddistinguono la tradizione sindacale italiana, ma non solo.

Basta scorrere i titoli dei quotidiani per comprendere quanto CIA sia questo, certo, ma anche molto altro.

Cia-Agricoltori: Siamo noi gli artefici del nostro benessere e di quello del territorio (Corriere della Sera 30/10/21); La guida agli alberi di Milano: il maxi itinerario per scoprire il verde della città (La Repubblica 22/10/21) e altri titoli ancora.

Per saperne di più abbiamo contattato Vittorio Pessina: Press Office and Communication di CIA.

Un po’ di storia

Cos’era CIA, cos’è diventata e, soprattutto, cosa vorrebbe essere?

«La Cia-Agricoltori Italiani è una delle maggiori organizzazioni di categoria d’Europa che lavora per il miglioramento e la valorizzazione del settore primario e per la tutela delle condizioni dei suoi addetti, contando su circa 1 milione di iscritti in Italia.

Nata nel 1977 come Cic – Confederazione Italiana Coltivatori, derivata dall’Alleanza Nazionale dei Contadini del 1955, nel 1992 è diventata Cia – Confederazione Italiana Agricoltori.

Tra gli interessi della Confederazione:

  • la tutela e lo sviluppo della figura dell’imprenditore agricolo e della sua impresa,
  • la salvaguardia del reddito degli agricoltori,
  • i diritti del lavoro agricolo esercitato come impresa,
  • l’affermazione del settore primario nel sistema economico italiano,
  • la competitività delle imprese sui mercati,
  • l’affermazione nella società della cultura della terra intesa come bene di tutti, limitato e non riproducibile.

La Cia-Agricoltori Italiani punta su agricoltura sostenibile con attenzione a qualità, sicurezza, educazione alimentare, tutela e valorizzazione dell’ambiente, agriturismo, foreste, agricoltura biologica, energie alternative; tra i suoi ambiti, anche editoria ed informazione legislativa agraria.

Cia ha un ruolo fondamentale nell’economia nazionale in quanto rappresenta il comparto economico più importante del Paese.

Sfide

«Durante la pandemia, e nello specifico durante il lockdown, gli agricoltori non hanno mai smesso di lavorare per garantire cibo sulle tavole di tutti gli italiani. Oggi, a seguito della crisi in Ucraina, si trovano a dover fronteggiare gli esorbitanti rincari del gasolio, dei mangimi e di altre materie prime, ai quali aggiungiamo un periodo di siccità unico negli ultimi 80 anni che ha causato grande assenza di raccolti. Ciononostante, compiamo sforzi immani per non aumentare i costi delle produzioni e garantire alla popolazione un contenimento dei prezzi sulla spesa alimentare.

Inoltre, gli agricoltori sono i primi attori della cura dell’ambiente: chi, se non l’agricoltore, sa come prendersi cura del suolo, della fauna e della flora, dell’aria e delle risorse idriche?

Dal benessere dell’ambiente deriva il benessere di tutti noi, da qui la volontà di procedere con iniziative legate alla cura del verde comune e domestico, la promozione di pratiche per un’alimentazione sana, l’educazione verso le nuove generazioni nel rispetto dell’ecosistema, la coabitazione dell’edilizia con il patrimonio arboreo cittadino. In generale, un approccio più etico, consapevole e responsabile verso l’ecosistema. Un ruolo che Cia sente proprio, un dovere verso l’ambiente e la popolazione».

Più di un sindacato

Quali sono le attività virtuose che travalicano l’operosità sindacale classica? Perché avete sentito il bisogno di andare oltre?

«Il benessere delle persone e dell’ambiente è alla base delle attività promosse da Cia, e nello specifico da Cia Centro Lombardia (che raggruppa le province di Milano, Lodi, Monza e Brianza), che con il progetto Coltiviamo Benessere ha già realizzato tre importanti iniziative: “Braccia prestate all’agricoltura”, in collaborazione con il Liceo Classico Parini dedicato ai giovani, la “Guida agli alberi di Milano”, che ha come scopo quello di far conoscere il ricco patrimonio arboreo milanese, e infine BalconiAmo, che  in questa ricerca del benessere legata ad un’acquisita consapevolezza, invita i cittadini a fare la loro parte prendendosi cura di aree verdi, sia private che condivise, attraverso un corretto approccio e seguendo una serie di preziosi consigli. Noi crediamo che ogni azione individuale sarà utile al benessere della natura, e quindi a noi stessi.

L’intento è quello di lasciare un pianeta migliore di come lo abbiamo trovato».

 
Alberi

Mi ha colpito moltissimo l’attività legata alla guida agli alberi di Milano. Da una nostra recente intervista al Professor Giorgio Vacchiano (Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali UNIMI, link) emergeva l’importanza del verde in città, in cosa consiste la vostra ‘guida’? A cosa punta?

«L’itinerario botanico culturale – Guida agli alberi di Milano, rientra nell’iniziativa avviata da qualche anno da Cia Centro Milano, intitolata ColtiviAmo Benessere.

CIA Centro Lombardia ha creato e pubblicato la Guida agli Alberi di Milano, un viaggio alla scoperta del patrimonio vegetale e dei siti monumentali che ci circondano e da cui traggono ossigenazione e benessere il fisico la mente e lo spirito, confermando l’indissolubile relazione tra l’uomo e la terra. Redatta da Yazan Kondakji, urbanista siriano laureato al Politecnico di Milano e da Paolo Ambrosoni, perito agrario esperto di botanica, la Guida si completa al suo interno con delle illustrazioni botaniche originali di Federico Paiardi.

Milano, pur avendo un’immagine industriale e commerciale, è infatti una città molto verde: ha oltre 220.000 alberi nelle aree pubbliche per un totale di 315 specie diverse, una varietà di gran lunga superiore alle altre città europee. Gli alberi urbani vengono selezionati e piantati non solo per il loro valore ornamentale ma anche per il miglioramento della qualità della vita nelle città e in un certo senso, data la grande quantità di popolazione che vi vive, per rendere l’intero pianeta più abitabile.

La Guida agli Alberi di Milano ci racconta quanto benessere danno le piante, che spazia da intangibili benefici psicologici ed estetici al miglioramento del clima urbano e alla mitigazione dell’inquinamento atmosferico. È un modo per conoscere e quantificare le numerose esternalità positive che generano sulle nostre esistenze, oltre alla bellezza e alla socialità che donano ai luoghi dove crescono».

Come funziona?

«L’itinerario è suddiviso in 7 sezioni, a partire dai giardini intitolati a Indro Montanelli fino ad arrivare alla Cascina Nascosta nel Parco Sempione, ciascuna delle quali contiene un sito di interesse culturale e gli alberi presenti in tale sezione.

L’itinerario botanico e culturale stimola l’osservazione del mondo e della natura circostante attraverso i cinque sensi: un viaggio emozionale nel patrimonio naturalistico nascosto ‘dentro’ il cemento di Milano, città emblema di altri contesti urbani in cui scoprire una nuova essenza.

Ogni albero è contrassegnato sulla mappa con un numero che consente all’utente di identificarne la specie utilizzando la tabella sottostante.

Per ogni sezione, poi, sono state scelte due specie, evidenziate in rosso sulla tabella e con un asterisco sulla mappa, per un ulteriore approfondimento sulla base delle caratteristiche uniche di quell’albero o della specie di appartenenza.

Alberi e benessere

L’agricoltura è benessere e gli alberi in città sono agricoltura: coltivando gli alberi coltiviamo benessere. Per CIA Centro Lombardia è la nostra vita, ci sentiamo custodi per le generazioni future della terra e anche degli altri beni comuni: acqua, aria e paesaggio.

Tramandarla e lasciarla migliore di come l’abbiamo trovata è un valore radicato nella nostra storia. La Guida agli alberi di Milano è un libretto/guida che permette di percorrere un percorso che va dai Giardini Montanelli fino al Parco Sempione, imparando a conoscere le specie arboree presenti. Nella guida sono infatti mappati tutti gli alberi, con schede descrittive di ogni specie.

Il progetto nasce da una considerazione basata su testimonianze reali: Milano è una delle città più verdi d’Italia, eppure in pochi lo sanno. Persino i milanesi lo ignorano. Il patrimonio arboreo della città è ricchissimo e variegato, la guida ha perciò lo scopo di far conoscere alcune delle aree verdi più frequentate e contestualmente fornire una chiave di lettura ambientale nuova e di grande valore».

Innovazione in agricoltura

L’agricoltura in Italia si è evoluta, come in generale la sensibilità green. Quanto è difficile per CIA lottare per cambiare il trend legato alle pratiche agrarie consolidate nel tempo e colme di chimica, tanto care alle vecchie generazioni?

«Gli agricoltori sono molto più innovatori di ciò che si pensa, restano comunque degli scogli culturali difficili da superare. La nuova PAC (politica agricola comunitaria) stabilita dalla Ue porterà nuovi importanti cambiamenti in termini di adozione di prodotti chimici, in generale però possiamo dire che gli agricoltori sono i primi a voler fornire prodotti sani e di qualità alla filiera alimentare.

È anche una questione economica: alcune nuove pratiche prevedono ingenti investimenti e magari si è restii nello spendere, ma è un passaggio doveroso per non restare fuori dal mercato e vedere la propria azienda perdere il passo rispetto alle altre. 

Giovani

E i giovani? Qualcosa si muove? Qualche anno fa ascoltavo Carlo Petrini a una conferenza, dire ai giovani universitari che il computer e lo smartphone non si mangiano, sono indigesti e che per mangiare in modo responsabile c’è bisogno di chi cura e produce in modo responsabile. I giovani? Ci sono?

«AGIA, l’Associazione Giovani Imprenditori Agricoli di CIA lavora molto in tutte le regioni e con successo. Le nuove generazioni si stanno avvicinando all’imprenditoria agricola con entusiasmo, idee e progettualità. C’è un approccio più scientifico e accademico alla professione, che è un bene perché i nuovi strumenti a disposizione migliorano il lavoro e permettono una maggiore efficienza dei sistemi produttivi.

L’Agricoltura 4.0 sta avendo un grande successo, il digitale, inteso come app, droni, robotica, sono il futuro ma sono già presenti in molte aziende italiane, spesso portate avanti dai figli e nipoti degli imprenditori. AGIA collabora con le regioni, le associazioni di categoria economiche e le istituzioni accademiche, ed è un punto di riferimento per tutta CIA per gli anni a venire».

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